Sigfrido Ranucci è stato ospite a Storie Italiane per raccontare di quando volevano assassinarlo, perché parlare di mafia è ancora attuale?
Ranucci, giornalista di Report, è stato oggi intervistato a Storie Italiane per il terribile evento di cronaca che lo riguarda. Il giornalista è da sempre molto impegnato nel sociale, tanto che agli esordi della sua carriera aveva già iniziato ad interessarsi alla mafia. Dopo aver scritto un libro a quattro mani con il collega Nicola Biondo dal titolo “Il Patto”, pubblicato nel 2010, aveva rischiato fortemente la vita.
Gli era infatti stato comunicato da un infiltrato che i Madonia, nota famiglia mafiosa, voleva assassinarlo.
Sigfrido Ranucci, parlare di mafia è ancora attuale
Quello che ha molto colpito di questa vicenda è che dopo le terribili minacce, il giornalista abbia ricevuto ben poca solidarietà, anche da parte dei colleghi. Ma lui ha spiegato di non esserne troppo sorpreso e che la solidarietà sia in effetti molto rara di questi tempi. C’è stato chi si è sentito offeso per non essere stato intervistato, ritenendosi il massimo esperto di mafia, e chi invece ha definito il giornalismo del suo programma “spazzatura”.
LEGGI ANCHE >>> Chi è Sigfrido Ranucci? Una vita dedicata al lavoro
Inoltre il giornalista è risultato molto sorpreso di quanti ascolti faccia ancora il fatto di parlare di mafia. Questo significa che purtroppo è ancora un argomento di grane attualità, come confermato anche nel corso dell’intervista di oggi: “C’è chi dice che vogliano mettere le mani anche sui vaccini.
Visualizza questo post su Instagram
“La solidarietà è una cosa rara in questi tempi. C’è stato quello che si è offeso perchè si ritiene il massimo esperto di mafia ma non è stato intervistato, poi ci sono stati alcuni colleghi che hanno definito giornalismo spazzatura quello di Report anche se non hanno mai tenuto conto di quello che abbiamo fatto e tutti i giornali che ha diretto sono falliti.”