Cinema in crisi: una delle più importanti case di produzione non aiuta

Il momento è delicato, lo sappiamo e molti cercano di essere solidali con gli altri lavoratori del settore, ma non tutti hanno queste premure.

È saltata agli occhi di molti la recente protesta organizzata dai lavoratori del settore musicale per la perdita del lavoro a causa dell’emergenza sanitaria. E anche noi abbiamo affrontato il discorso partendo da tutti i film hollywoodiani la cui uscita è stata rimandata per lo stesso motivo. C’è un fondo di solidarietà dietro la strategia, perché anche gli esercenti soffrono nel non avere più pubblico in sala. In questo clima c’è però chi non ha tutto questo buon senso e pensa solo ai propri ricavi.

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Disney, la casa dei sogni pensa solo al denaro

Disney +
Disney +

Nessuno si aspettava che proprio la Disney avrebbe fatto una mossa come questa, pensare solo al profitto. Forse per la visione romantica che abbiamo della celebre casa di produzione. Ma non dobbiamo dimenticare che è, tutti gli effetti, esattamente questo, un’azienda e – come tale – ciò che conta è il profitto. In questi mesi, infatti, ha fatto parecchio discutere la sua scelta di portare su piattaforma il film live action Mulan, invece di rimandare l’uscita come molti altri hanno fatto.

La polemica è stata su due fronti: da un lato chi difendeva gli esercenti del cinema, indeboliti dall’emergenza, che non hanno film da portare in sala, dall’altra l’eccessivo costo del noleggio del film incriminato. Date queste premesse, e la conferma che tutti i blockbuster della Marvel, hanno subito uno slittamento e non un cambio di piattaforma, molti hanno pensato che Mulan sarebbe rimasto un caso isolato. Ma a quanto pare le voci sono state smentire quanto prima.

Disney ha difatti annunciato di aver accelerato la sua strategia per proporre direttamente in streaming – su Disney+ – i propri prodotti; la casa di produzione si è infatti detta attenta ad una sola priorità: lo streaming. Nonostante le rassicurazioni ai tempi di Mulan, in cui si parlava proprio di un caso isolato per far fronte alle ingenti perdite, in questi giorni si è affermato l’esatto contrario: “Non parlerei dell’operazione come una risposta al Covid, ma di un’accelerazione per una transizione che sarebbe comunque stata pensata per i prossimi anni”. Queste le parole dell’amministratore delegato Bob Chapek, che sembra quindi aver ritrattato le affermazioni sul caso straordinario dei mesi precedenti.

Una mossa dolorosa che sicuramente avrà delle ripercussioni, soprattutto in un mondo che, lo abbiamo detto più volte, è pronto a boicottare qualunque operazione non sia di gradimento anche a pochi.

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