Chi ha ucciso Simonetta Cesaroni? La domanda non ha una risposta dal 7 agosto 1990. Pietrino Vanacore e Raniero Busco sono stati assolti: il caso è rimasto irrisolto.
Stasera TV 8 trasmette in seconda serata un documentario dedicato al delitto di via Poma, per ripercorrere quanto successo a Simonetta Cesaroni 29 anni fa: Delitti – L’enigma di via Poma.
Si tratta di un caso rimasto irrisolto, perché tutti coloro che nel tempo sono stati indagati, sono stati poi scagionati da ogni accusa. Compreso Pietrino Vanacore. Ad oggi, dunque, non ci sono né colpevole né movente.
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Pietrino Vanacore: dai sospetti al suicidio
L’uomo era il portiere dello stabile dove la vittima Simonetta Cesaroni lavorava e dove fu ritrovata senza vita, colpita con 29 coltellate.
Allora 58enne, finì al centro dei sospetti degli inquirenti a causa di alcuni suoi spostamenti sospetti. Inoltre su un paio di pantaloni in suo possesso vennero ritrovate macchie di sangue. Vanacore passò 26 giorni in carcere, per poi essere scarcerato: le tracce di sangue sui pantaloni appartenevano a lui stesso. A scagionarlo, anche l’assenza di tracce a lui riconducibili sul luogo del delitto e sulla maniglia della porta della stanza dell’omicidio.
Ma nonostante ciò, la sua figura negli anni è stata sempre al centro di sospetti, in una posizione mai del tutto chiarita. Si ipotizzò anche che fosse un favoreggiatore o un testimone muto del delitto, ma nel 1991 tutte le accuse caddero e furono archiviate.
A 20 anni di distanza dal delitto, il 9 marzo 2010, Vanacore si suicidò gettandosi in mare, prima di poter testimoniare al processo a carico di Raniero Busco, nel frattempo accusato dell’omicidio di via Poma. Verrà poi anche lui assolto definitivamente.
Il portiere lasciò scritto su un cartello: “20 anni di sofferenze e di sospetti ti portano al suicidio“.
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La mia rubrica su DIPiu di questa settimana…#APistaFredda #ilDelittoViaPoma #SimonettaCesaroni
