Carlo Verdone, una “malattia” che ha sempre avuto e non potrà mai curare

Carlo Verdone, un novello 70 enne, racconta una parte di lui che non conoscevamo. L’antitesi del suo corpo d’attore. Cosa si cela dietro il grande interprete?

Carlo Verdone
Carlo Verdone (Fonte: Getty Images)

Carlo Verdone questa sera sarà il protagonista del canale Cine34, dove lo vedremo entrare nei vestiti di quattro personaggi nel film “Viaggi di Nozze“. La sua caratteristica poliedrica la mantiene in quasi tutta la sua filmografia, veramente una dote innata. Ma oltre ad essere un attore stellare è anche un gran appassionato di medicina. Probabilmente proprio dietro questa passione si nasconde un vero e proprio timore. Scopriamolo insieme.

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Carlo Verdone, quello che nessuno sapeva di lui

Carlo Verdone
Carlo Verdone (Fonte: Getty Images)

Col tempo alcuni atteggiamenti di Carlo Verdone hanno portato a pensare che soffrisse di ipocondria. Lui stesso più volte ha dichiarato di aver smentito questa voce, ribadendo che il suo è solo un disturbo d’ansia. Ma ad attestarci che si parla proprio di ipocondria è il chirurgo Giovanni Battista Grassi. Quest’ultimo nel suo libro “La porta si apre” affida la prefazione alle mani dell’attore. In queste prime righe Verdone dice che in fondo le loro professioni sono simili, con un’unica differenza: il chirurgo pensa al corpo del paziente, l’attore all’umore dello spettatore. Ma ecco che la risposta del medico ci svela il mistero. Giovanni Battista Grassi in un’intervista Esclusiva di Youmovies, confessa che dopo l’uscita del suo libro, ha chiamato l’amico Carlo per dirgli scherzosamente di non presentarsi a fare qualche risonanza o esame dopo aver letto il libro, definendolo dunque un po’ ipocondriaco.

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Un medico mancato, l’unico ostacolo, insormontabile, per l’attore che gli ha impedito di intraprendere la carriera medica, è stato il terrore del sangue e dei cadaveri. Ma questa sua passione ha permesso di aiutare anche molte persone. Infatti per questo nobile gesto l’Università Degli Studi di Napoli Federico II nel 2007 gli ha conferito un particolare riconoscimento. Una targa che riporta una frase del Giuramento di Ippocrate: “In qualsiasi casa entrerò, io vi andò come sollievo per i malati”. Conclude confessando che il reale motivo per il quale ha voluto chiamare questa laurea “doloris causa” è nelle seguenti parole “togliere un dolore, un’ansia, un problema fisico o psichico a uno dei miei amici per me è una grande gioia, come se un mio film fosse andato bene”.

 

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