Regista arrestato sul set, storia incredibile per una star italiana

Un regista è stato arrestato sul set, una storia incredibile quella che riguarda una star del cinema italiano. Ecco cosa è accaduto.

arrestoLucio Fulci, maestro italiano del cinema di genere, non ha mai tenuto di superare il limite di ciò che poteva essere mostrato al cinema. In un periodo, soprattutto, in cui l’organo di censura italiano poteva respingere un film, i suoi non mancavano ma di spingersi oltre e di rendersi estremi agli occhi dei più. Famosissimo è il caso di Una lucertola con la pelle di donna. In particolare il film mostra apertamente una sequenza in cui viene fatta una vivisezione a dei cani. Gli effetti speciali – affidati al papà di E.T. Carlo Rambaldi – erano talmente perfetti che Lucio Fulci dovette dimostrare in tribunale, portando con sé i modelli utilizzati sul set, che si trattava di un artificio; il regista fu difatti processato per maltrattamento di animali. Per un perfezionista come lui dev’essere stato quasi lusinghiero, al di là della gravità della situazione.

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Una lucertola con la pelle di donna. Trama e curiosità

Una lucertola con la pelle di donna
Una lucertola con la pelle di donna

Una lucertola con la pelle di donna di Lucio Fulci racconta la storia di Carol Hammond giovane donna londinese turbata dalla discutibile vita della sua vicina di casa, Julia. Durante un colloquio con il suo psicanalista racconta di avere sognato di uccidere la donna. Poco dopo si scopre che la vicina di casa è stata assassinata davvero, e proprio come Carol aveva sognato. Essendo stata trovata una pelliccia e un tagliacarte appartenenti a Carol accanto al cadavere, la signora Hammond viene subito incriminata. La trama s’infittisce quando i sospetti si estendono anche ad altri: da Frank – marito di Carol che la tradisce, a Beborah, la sua amante fino alla figliastra, Joan e allo stesso padre di Carol.

Prodotto nel 1971 il film è il secondo thriller di Fulci, dopo Una sull’altra – altro ottimo successo di pubblico. Il regista aveva scelto come titolo del film La gabbia, ma la produzione impose quello con il quale è stato distribuito nella speranza di sfruttare il successo della trilogia degli animali di Dario Argento – che vanno da L’uccello dalle piume di cristallo a Il gatto a nove code e 4 mosche di velluto grigio. Interessante è anche la sequenza in cui Carol viene aggredita da un gruppo di pipistrelli, che attirò il plauso di Mario Bava, altro maestro italiano dell’horror.

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