Ivano Russo omicidio Sarah Scazzi: la verità nascosta

Ivano Russo è stato al centro della vicenda dell’omicidio di Sarah Scazzi, ragazzina scomparsa 10 anni fa ad Avetrana, in provincia di Taranto.

Ivano Russo
Ivano Russo

Ivano Russo deve la notorietà all’essere legato alla vicenda dell’omicidio di Sarah Scazzi, giovane ragazza uccisa ad Avetrana 10 anni fa.

Avrebbe compiuto quindi 25 anni l’allora quindicenne Sarah Scazzi, ancora nel pieno della sua vita e con tutti i desideri da realizzare.

Ivano conosceva Sarah tramite la cugina di lei Sabrina Misseri, che è stata accusata dell’omicidio della ragazzina insieme alla madre Cosima Serrano.

Pare che Sabrina Misseri avesse avuto una relazione di passione e di brevissima durata con Ivano e che ne fosse rimasta infatuata.

Sarah generalmente frequentava molto la cugina Sabrina e insieme a lei usciva spesso per andare per locali e per divertirsi.

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Proprio insieme a lei aveva conosciuto Ivano con cui era diventata amica e aveva allacciato un rapporto.

Quello che è venuto fuori nel corso degli anni dalle indagini sull’omicidio di Sarah Scazzi, ha portato alla luce dei dettagli che Ivano avrebbe omesso volontariamente riguardo l’ultimo giorno di vita della giovane.

Sembra infatti che il giorno stesso dell’omicidio, circa 30 minuti prima del delitto, l’uomo aveva incontrato Sabrina Misseri insieme a Sarah e che queste avessero litigato di fronte a lui.

Ivano Russo, le bugie del ragazzo

Sabrina Misseri oggi
Sabrina Misseri e Sarah Scazzi

Si sarebbe inventato delle bugie Ivano Russo fin dal momento della scomparsa della piccola Sarah Scazzi.

Non si sa perché, ma Ivano disse agli inquirenti che non aveva visto Sarah quel giorno e che quando scomparve lui si trovava a casa sua a dormire.

Per tali bugie Russo è stato condannato a 5 anni di carcere per falsa testimonianza e per depistaggio.

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Sarah e Sabrina dunque pare avessero avuto il loro primo litigio proprio di fronte al ragazzo e che poi questo fosse continuato in casa della Misseri, dove poi la ragazzina fu uccisa.

Il movente della gelosia è dunque da sempre quello che è rimasto nel corso delle indagini il più attendibile e che spiega in qualche modo il perché della tragica vicenda.

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