Gabriele Muccino, quando la regia diventa arte

Quando la regia diventa arte, Gabriele Muccino è uno dei registi più importanti del nostro cinema e non solo. Tanto importante da farsi chiamare anche in America a lavorare.

Gabriele Muccino
Gabriele Muccino

Sulla Treccani addirittura figura l’aggettivo “Mucciniano“, che segnala un modo di fare arte, una possibilità di raccontare il mondo, la voglia di esprimere concetti ed emozioni. Gabriele è un autore, nonostante alcune critiche immeritate questo è assolutamente impossibile da mettere in discussione. La sua perfezione nella scelta dei dettagli lo rende sicuramente un artista pieno di potenzialità anche quando si ritrova all’interno di contesti che non gli appartengono come quello americano de La Ricerca della Felicità. Il film va in onda in seconda serata su Iris.

Gabriele Muccino, quando la regia diventa arte

Gabriele Muccino in America ha lasciato la penna ad altri e la differenza si è sentita. I più grandi estimatori del regista italiano si sono fin da subito resi conto di trovarsi di fronte a un autore complesso che però non incarnava il suo cinema in tutto e per tutto. Gli spunti interpretativi arrivano dal film summa Gli anni più belli, uscito appena prima della pandemia per il virus che ha colpito tutto il mondo.

Il film con Kim Rossi Stuart, Pierfrancesco Favino e Claudio Santamaria è sicuramente il riassunto della carriera di un regista che non ha assolutamente voglia di fermarsi e che sembra pronto a tornare in sala appena finito questo disastro mondiale. La volontà è quella di girare un nuovo film dal titolo Il grande caos che racconti agli italiani, attraverso le storie degli italiani stessi, un momento davvero particolare e doloroso.

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