Le Vibrazioni, “Dov’è” nella lingua dei segni: il precedente illustre a Sanremo

Le Vibrazioni sono al Festival di Sanremo 2020 con il brano “Dov’è”: sul palco c’è un uomo che la traduce nella lingua dei segni. Non è la prima volta.

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Ha fatto senz’altro molto scalpore, ma in positivo ovviamente, la presenza sul palco del Festival di Sanremo 2020 insieme a Le Vibrazioni di un uomo che, in un modo davvero fantastico e molto originale e molto simile al ballo, traduce la canzone “Dov’è” nella lingua dei segni.

La kermesse sanremese, infatti, si è sempre distinta per l’obiettivo di arrivare a più persone possibile, anche a quelle che hanno delle disabilità. La canzone, che ricordiamo essere stata scritta dal bravissimo Roberto Casalino, ha senz’altro acquisito maggior valore in termini di performance sul palco dell’Ariston grazie alla sua presenza. Ma non è la prima volta che succede.

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Le Vibrazioni, Dov’è nella lingua dei segni: il precedente

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Era il Festival di Sanremo 2013. Daniele Silvestri saliva sul palco con il suo bellissimo brano “A bocca chiusa”. Il pezzo è stato interpretato dall’eccentrico cantautore romano al pianoforte ma, sul palco, insieme a lui, oltre all’eccezionale orchestra, era presente anche un traduttore che in contemporanea “componeva”, per così dire, la canzone traducendola nella lingua dei segni.

Un bellissimo brano, quello di Silvestri, che ha avuto anche molta fortuna radiofonica e che ha dato il via, forse, a quello che quest’anno hanno voluto ripetere Le Vibrazioni. Il precedente è illustre e di certo non si può dire che abbiano copiato, ma sicuramente avranno preso spunto, in positivo, per fare qualcosa di bello e veramente toccante.

In tal senso possiamo dire che Daniele Silvestri e Le Vibrazioni (a Sanremo quest’anno con Dov’è) sono accomunati da un vero e proprio filo rosso che alla Rai farà senz’altro piacere: quello dell’inclusione. Un bellissimo gesto che non è passato, per fortuna, inosservato tra le mille polemiche.

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