Youssef Komeiha: Il Collegio 3, Instagram e foto

Youssef Komeiha è uno dei protagonisti della terza edizione de Il Collegio, Il Collegio 3 appunto, il fortunato format di Rai Due che ha riaperto i battenti martedì 12 febbraio. Gli allievi di questa nuova serie di puntate se la vedranno con la scuola nel periodo del ’68. In pratica saranno ragazzi di oggi, ma proiettati in un’epoca di cui non conoscono nulla, ma che ha segnato profondamente le generazioni a venire.

Youssef Komeiha, scopriamo chi è

Youssef ha 16 anni, è di Napoli, papà libanese e mamma partenopea. Ha un carattere allegro e sempre pronto allo scherzo, ma dovrà attenersi scrupolosamente alle regole del Collegio Convitto di Celana a Caprino Bergamasco, la location prescelta per ambientare le giornate di Youssef e degli altri suoi otto compagni di classe. Riusciranno i 9 concorrenti a sopravvivere alle rigide leggi del collegio degli anni ’60? Di lui la madre ha detto che ha un carattere molto aperto, che va d’accordo con tutti e che non ama litigare. Anzi, quando capita che ci siano dei litigi lui cerca sempre di fare da paciere. Di se stesso Youssef ha rivelato di avere una risata contagiosa, dicendo di ridere in qualsiasi occasione, anche nei momenti più seri. Youssef ha un fratello gemello, ma molto più timidi di lui. Sulle braccia ha due tatuaggi, uno che reca la scritta “family” incastonata in un cuore, l’altro “resilienza”. A scuola Youssef, che frequenta il terzo anno di un istituto ad indirizzo turistico, ha voti buoni, nonostante le frequenti discussioni con gli insegnanti, vuole sempre avere ragione. Sarà possibile seguirlo anche sul suo profilo Instagram youssefkomeiha_

Curiosità su Youssef, Il Collegio 3

Quando ha partecipato al provino per diventare alunno de Il Collegio 3, Youssef si è cimentato con alcune domande di cultura generale, spaziando dalla letteratura alla storia contemporanea. Alla domanda “Chi ha composto Il Sabato del villaggio” la sua risposta è stata: “Oddio, come si chiama, Quello che teneva la gobba…Giacomo Leopardi!”.

Donatella Swift

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