Omicidio Vannini, sentenza Pomeriggio 5: i genitori rivelano una cosa

Omicidio Vannini, sentenza Pomeriggio 5: i genitori rivelano una cosa

Omicidio Vannini, la sentenza viene analizzata nuovamente da Pomeriggio 5 dopo i fatti assurdi di ieri con la riduzione della pena a Ciontoli. Cosa è accaduto? Impossibile capirlo, di certo c’è una situazione assurda. La mamma: “Con la sentenza di ieri addirittura hanno portato l’omicidio volontario a colposo. La vita di mio figlio non può valere così poco. E’ morto a 20 anni e le perizie hanno detto che si sarebbe salvato con altissima probabilità. Non posso accettare quello che è accaduto”. Il marito rimane in silenzio e con lo sguardo verso il basso, scosso e commosso ancora per quanto successo e giustamente triste dopo lo scandalo e la vergogna di ieri. Marina aggiunge: “Quando è stata letta la sentenza io mi sono arrabbiata, mi hanno portato fuori i carabinieri e rischio anche di essere denunciata. Questa è la giustizia“.

Omicidio Vannini, sentenza Pomeriggio 5: i genitori rivelano una cosa

Ecco le parole dei genitori di Marco Vannini a Pomeriggio 5. La madre Marina, visivamente scossa, sottolinea: “Non sono arrivata all’ospedale. La Pezzillo mi ha chiamato e mi ha detto che dovevo andare da loro che Marco era caduto dalle scale. Poi mi ha richiamato e mi ha detto che dovevo andare al Pit e non a casa loro. Non era arrivato, quando è arrivato lo chiamavo ma non rispondeva. Dietro arrivava la macchina dei Ciontoli con Federico che guidava, il padre vicino e la madre dietro. Sono scesi e sono venuti verso di me e Valerio, dicendoci che il marito avrebbe perso il posto e che gli era partito un colpo d’arma di fuoco mentre la puliva. Ci volevano portare a fare una passeggiata, ma siamo andati al Pit. Sono state ascoltate solo le loro menzogne e noi no. E’ inutile che continuo a parlare, tutta l’Italia è rimasta indignata e io non nascondo la mia rabbia per questo. Per me la giustizia italiana è morta e non mi ritengo più cittadino italiano se devo essere trattata in questo modo

“Mio figlio è morto, dicevano che dovevano fare delle perizie per valutare la situazione. Nel momento in cui hanno fatto la perizia i Pm a Civitavecchia dicevano che si sarebbe potuto salvare con altissime probabilità e hanno indagato da lì la famiglia. Le conosciamo tutti le urla di Marco delle intercettazioni. Sulla prima chiamata è Federico che chiama e dice che c’è un ragazzo che non respira più. L’operatrice chiede se respira male, ma conferma che non respira. Già lì si era reso conto della gravità. Dopo di che l’operatrice insiste chiedendo cosa fosse successo. E lui dice che non sapeva cosa fosse successo e che non c’era, doveva coprire ovviamente cosa era successo. Passa il telefono alla mamma che ha l’anima nera, mamma di due figli e Marco le era cresciuto in casa. Senti un ragazzo che si strazia e sai che è stato colpito da un colpo d’arma di fuoco. Nella seconda chiamata Ciontoli dice che un ragazzo si era ferito con un pettine a punta. Lì si sentono le urla strazianti di mio figlio che chiedeva a Martina scusa. Vorrei sapere tanto perché.

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