Siamo tutti in apprensione per le condizioni di salute precarie di Papa Francesco, ricoverato al Gemelli di Roma, sperando che si riprenda vi parliamo di un film su di lui.
Questa è una storia molto particolare, perché nata su delle polemiche legate al regista che ha diretto la pellicola.

Al centro della questione c’è il regista tedesco Wim Wenders che ha diretto Papa Francesco un uomo di parola nel 2018. Questi in passato aveva sottolineato, come ricordato da Sentieri Selvaggi, alcune cose molto dure sulla Chiesa, rinnegando di fatto la sua opera di bene.
Wenders specificò: “La chiesa, a partire dal Papa, ha sempre scelto l’occultamento sugli abusi commessi dai preti. L’interesse del Vaticano finora è stato solo volto alla tutela dei trasgressori. Ma questi devono essere puniti”. Sono parole forti che non sono sfuggite a nessuno, soprattutto perché poi lo stesso regista, noto per film come Il cielo sopra Berlino, ha poi girato un encomio proprio al Santo Padre.
Pare proprio che l’incontro con Papa Francesco abbia cambiato per sempre la sua idea, lasciandolo senza parole e con una teoria del tutto differente oggi.
Wim Wenders e l’incontro con Papa Francesco
Wim Wenders ha speso parole straordinarie per Papa Francesco, tornado in parte sui suoi passi di quella dura dichiarazione che proviene del passato. Anche se va ricordato che ci troviamo di fronte a una situazione molto delicata e sulla quale è impossibile tacere.

Sul film il regista ha specificato: “Questo documentario è iniziato con una lettera, nel dicembre del 2013, che mi ha spedito il segretario della comunicazione del Vaticano per chiedermi se ero interessato a un progetto su Papa Francesco. Non conoscevo Dario Viganò, ma ho scoperto che è un grande appassionato di cinema e aveva scritto anche dei libri a riguardo. Ci siamo conosciuti e abbiamo discusso dell’idea del film. La cosa su cui sono stato subito fermo è stato l’avere una produzione indipendente”.
In questa occasione Wenders ha rivelato anche di essere più vicino di quanto si possa pensare alla Chiesa: “A sedici anni avevo pensato di farmi prete. Sono cresciuto in una famiglia cattolica e c’erano dei preti che vedevo come degli esempi. Quando sei bambino le persone che ti circondano ti ispirano, quindi sarei diventato o un medico come papà o un prete o un insegnante”.
Poi aggiunge: “A ventitré anni ho lasciato la chiesa, vista l’ondata della rivoluzione studentesca e mi sono riavvicinato vent’anni dopo, verso la fine degli anni ottanta”. In realtà però Wenders è protestante anche se riconosce il Papa come una persona importantissima nel mondo della fede.
Le parole su Papa Francesco
Su Papa Francesco ha parlato Wim Wenders in maniera molto forte dal punto di vista emotivo, specificando: “La prima volta che l’ho ascoltato parlare in tv era il 2013 e rimasi colpito. Nel XXI secolo credo sia un atto di coraggio chiamarsi Francesco e si è dimostrato un Papa capace di affrontare i problemi del nostro tempo, dal rapporto con l’emigrazione alla natura fino all’apertura ad altre religioni”.

Ha poi aggiunto parole di spessore tornando su quanto detto anni prima e specificando come Papa Francesco si è molto impegnato nella lotta all’abuso, contro quel silenzio che in passato gli aveva dato molto fastidio. Ha parlato di Papa Francesco come di quello che abbiamo bisogno in questa epoca molto particolare.
Lo ha descritto come persona di abilità rara nello stabilire una connessione con la gente e così ha dichiarato che si presta molto meglio al cinema che a un programma televisivo come magari accaduto in passato ad altre figure religiose. E le sue parole fanno ancora più effetto in questo momento difficile che speriamo di lasciarci alle spalle prima possibile.