I Santidiavoli, ESCLUSIVA Salvatore Brusca: “Un eroe del nostro tempo”

In esclusiva ai nostri microfoni ha parlato Salvatore Brusca, che ha avuto modo di svelare “I Santidiavoli”, il suo nuovo libro.

Il tema che affronta nel suo libro è molto sfruttato nel mondo del Cinema; l’autodeterminazione è un diritto di libertà e di responsabilità invocato in diversi film diventati famosi per il loro impegno civile, ma anche capaci di raccontare con delicatezza il dolore. Le viene in mente uno in particolare che l’ha colpita?

Credo che il “Mare dentro” di Alejandro Amenábar con Javier Barden nel ruolo di Ramon Sampedro sia un film che racconta il dramma dell’eutanasia con delicatezza e nello stesso tempo esprimendo il dolore, la lucidità e il coraggio di un eroe del nostro tempo.

Ramon Sampedro  fa del principio di autodeterminazione in ambito morale un principio di vita che testimonia con una coerenza e una perseveranza non comuni. Non possiamo disporre di dati oggettivi in merito, ma sono convinto che la sua vicenda, il libro che ha scritto e il film che ne è seguito abbiano fortemente influenzato l’opinione pubblica spagnola, favorendo l’approvazione della recente legge sulla legalizzazione dell’eutanasia in quel paese.

Accettare o rifiutare di utilizzare le scoperte biomediche e biotecnologiche nelle ultime fasi della vita, non è solo un problema intellettuale e politico, diventa intimo e ancorato al senso che ciascuno di noi dà alla propria esistenza. Quanto è stato emotivamente impegnativo per lei affrontare questi argomenti?

Molto. Ma è stato soprattutto un percorso di crescita verso una visione più matura e piena della vita.

Il tema della morte nella nostra società viene rimosso, marginalizzato, i malati terminali tendono ad essere esclusi dalle relazioni sociali e relegati in luoghi asettici alle emozioni, nascosti agli occhi della società. Non solo le religioni istituzionalizzate, che hanno costruito la loro fortuna sull’idea a buon mercato dell’immortalità, ma anche la scienza, che non lesina energie e risorse finanziarie pur di allungare la vita a pazienti che hanno concluso il ciclo naturale della loro esistenza.   Quest’ostracismo rispetto all’idea della morte, della finitudine impedisce di cogliere gli aspetti più belli della vita, di assaporare il gusto della libertà, dell’amore e della solidarietà verso gli altri.

Questo libro si avvicina di più al successo di “Fallout. Dannati e redenti nell’Era dell’antropocene”, per la tensione etica in opposizione al nichilismo oscurantista dei nostri tempi, e il richiamo alla responsabilità collettiva. È soddisfatto della risposta del pubblico finora?

Decisamente sì, sono libri che trovano riscontro in quella parte dell’opinione pubblica più sensibile all’urgenza di un cambiamento nel rapporto con la natura e la società.  La gente comincia a capire che il dominio sconsiderato dell’uomo sulla natura e dell’uomo sull’uomo non può durare indefinitamente, ne avverte i limiti e sente il bisogno di un mutamento incentrato su una libertà antropologica, libertà dai modelli consumistici, ideologici, religiosi che annullano l’identità delle persone.    

Pensa che la sua opera possa rivolgersi anche a chi non ha una preparazione filosofica?

Non ci sono dubbi che sia di lettura semplice, scorrevole e non richieda competenze specifiche di tipo filosofico. Certamente i miei lavori scaturiscono da una ricognizione della letteratura fondamentale sugli argomenti trattati, però, come le ho già accennato, sono anche il prodotto di un processo di immedesimazione con i protagonisti del dramma, pertanto l’immediatezza delle situazioni in cui personaggi sono immersi imprime spontaneità e immediatezza ai dialoghi. Il susseguirsi delle vicende ha il sopravvento sull’intervento esterno e dottrinario. Il personaggio centrale ne “I Santidiavoli”, Paulo Schlick, è un professore di filosofia e agisce e parla in modo meno filosofico di tutti gli altri personaggi: la vita ha il sopravvento. Non è necessaria una ragione filosofica specialistica  per rendersi conto delle storture che caratterizzano il nostro mondo.

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