Endi ESCLUSIVA, uno sguardo dall’interno al mercato musicale

Endi è un rapper, che recentemente ha pubblicato il suo primo romanzo. Si è raccontato ai microfoni di Youmovies, fra idee e progetti.

Endi (fonte: Instagram)

Cominciamo intanto dal tuo ultimo progetto, perché da poco hai pubblicato un libro, un romanzo da titolo “Qualcosa cambierà”. Questo è stato un cambiamento nella tua carriera che per ora era stata prettamente musicale. Cosa ti ha spinto ad intraprendere questo percorso?

Io ho iniziato a scriverà all’età di 16 anni. Ho iniziato con la musica, il rap, le rime. Sono cresciuto con alcune difficoltà a comunicare, nella vita ho dovuto affrontare problemi di emarginazione quando ero ancora adolescente e ho trovato nella scrittura un modo per tirare fuori quello che avevo dentro, come valvola di sfogo. Ho voluto continuare a scrivere. C’è un’evoluzione, una nuova ricerca delle parole. Avevo accumulato molto materiale scritto che ho tenuto per tanto tempo nel cassetto. Questo perché secondo me non bisogna vivere tenendo dentro le cose ma credo si debbano sempre tirare fuori con quella che è la nostra natura. Così ho deciso di pubblicare un romanzo, di concentrarmi sulla scrittura di libri, che è un modo di scrivere diverso rispetto alle canzoni. Permette di raccontarsi in maniera molto diversa.

È un progetto più lungo, ci ha messo nove mesi a scriverlo. Scrivere un pezzo è più istintivo, mentre il libro permette maggiore riflessione?

Sì esattamente. Nei brani c’è la musica sotto e permette di trovare il giusto ritmo. Un brano può essere scritto anche in un quarto d’ora. La base musicale e il ritmo hanno un ruolo fondamentale. Ad un libro invece bisogna starci dietro, bisogna creare i personaggi, che devono essere intrecciati fra di loro.

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Intervista ESCLUSIVA a Endi, uno sguardo dall’interno al mercato musicale

Endi (fonte: Instagram)

Questo materiale di cui parlavi, che avevi nel cassetto e che poi ha scelto di riprendere per scrivere un libro, pensavi sarebbe invece servito per farci dei pezzi musicali e poi è nato il libro, o c’era già l’idea?

Mi sono ritrovato a scrivere questo materiale perché nella vita ho dovuto affrontare una situazione molto delicata ed importante, in seguito alla quale ho trascorso molto tempo con me stesso. Così ho iniziato a scrivere pensieri e a buttare fuori quello che stavo vivendo, per poi trasformarlo in un romanzo. Non sarebbe stato adatto per farci una canzone.

Da quanto tempo maturali questi pensieri, queste idee che sono poi sfociate nel romanzo?

Da alcuni anni.

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Parliamo adesso dei tuoi progetti futuri. Pensi che ti concentrerai ancora sulla scrittura di romanzi o vorresti tornare alla musica?

Visto che mi piace molto scrivere, vorrei pubblicare qualcos’altro. Per quanto riguarda la musica è un periodo un po’ particolare perché non si possono fare live. Una delle cose più belle è presentare i brani davanti alle persone. Ho un po’ di materiale su cui penso che lavorerò in parallelo, cercando di non trascurare nessuna delle due cose, vorrei portarle avanti entrambe. Purtroppo, la situazione non sta aiutando, anche per il libro è complicato. Quando avevo deciso di pubblicarlo, una delle prime cose che avrei voluto fare sarebbe stata proprio portarlo davanti alla gente, parlare con le persone e confrontarmi. Però, purtroppo, ora non è possibile.

Pensi che il Covid abbia bloccato la tua carriera musicale? Come stai vivendo questo periodo e che progetti hai per dopo?

Io sto continuando a scrivere, ne dobbiamo uscire. L’idea è quella di far uscire qualche singolo.

Cosa pensi, invece, dell’evoluzione della musica degli ultimi anni?

Ora con i social e con internet va tutto più veloce. Io sono cresciuto con la musica degli anni Novanta, quando magari uscivano meno pezzi, ma sempre di grande qualità. Ci sono, infatti, brani ed album che ancora si ascoltano.  Adesso esce tutto troppo velocemente. Alcuni lavori sembrano quasi usa e getta. Ci sono brani usciti solo un paio di anni fa di cui non ci si ricorda nulla, nemmeno il testo. Secondo me si è perso qualcosa in termini di qualità.

Brani con un successo immediato, ma destinati ad essere presto dimenticati?

Sì, perché quando esce un brano, pochi giorni dopo ne esce già un altro, così non si riesce nemmeno a gustarselo. Tutto va troppo velocemente e la prima cosa che si perde è la qualità, anche dal punto di vista dei messaggi che si vuole dare. Faccio più fatica oggi a ritrovarmi in certi messaggi, rispetto a quelli che c’erano prima.

 Parliamo di meno sostanza per accontentare un pubblico più vasto possibile?

Sì assolutamente. Si vede anche da alcuni programmi televisivi che seguono lo stesso principio, ormai viviamo così. Non c’è più a voglia di dare messaggi puliti e validi, che possano far riflettere.

Messaggi omologati, ripetuti da più voci, che non aggiungono contenuto originale?

Esattamente, anche se le potenzialità ci sono. Però purtroppo anche prendendo ad esempio la televisione, si continuano a fare vedere le stesse cose, spesso negative. Adesso c’è il tormentone della signora di Mondello e la gente continua a seguire questa questione: vuol dire che c’è qualcosa che non va. Perché spesso non riusciamo a dare valore a qualcosa di sano, invece che a tutto questo?

È colpa dei social?

Penso che in parte sia anche colpa dei social, così pieni di commenti negativi sotto i post. C’è troppo odio, troppa cattiveria.

Tu invece come pubblicizzerai i tuoi brani?

In questo momento è difficile e anche i più grandi, anche alcuni artisti che avevano già album pronti, stanno facendo fatica. Non escono perché non si possono fare concerti. In questo momento così difficile, non ho una risposta.

Booktrailer del romanzo di Endi.

 

 

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