Andrea Chimento, INTERVISTA: “Il perturbante in David Lynch”

Andrea Chimento, docente, critico cinematografico e direttore del sito LongTake.it ha concesso alle orecchie di YouMovies un’intervista su uno tra i più grandi registi del mondo: David Lynch.

David Lynch (GettyImages)
David Lynch (GettyImages)

Andrea Chimento, docente di Istituzioni di Storia del Cinema presso l’Università Cattolica di Milano, critico cinematografico de IlSole24Ore.com e direttore responsabile del sito LongTake.it ci ha regalato una mirabile riflessione sul genio di Lynch. La sua Lectio Magistralis, riguardo l’elemento del perturbante all’interno dei film di David Lynch, è stata presentata al Ravenna Nightmare Film Festival 2020, il festival che mette in luce la parte oscura dei film. Il professor Chimento ha donato ai microfoni di YouMovies un’importante intervista in cui ha spiegato il suo sguardo sul mistero di David Lynch.

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Andrea Chimento, l’intervista :”The dark side of David Lynch”

David Lynch (GettyImages)
David Lynch (GettyImages)

Come mai ha voluto indagare sull’elemento del perturbante in David Lynch? Ha riscontrato quest’elemento anche in altre opere di altri registi? 

“Mi affascina molto collegare elementi di psicanalisi con l’analisi dei film. Ad esempio anche Lars Von Trier lavora sul perturbante, però David Lynch, a mio avviso, è in assoluto quello che ha inserito questo elemento con tanta costanza all’interno della sua filmografia. Ricordiamo “Velluto blu”, “Twin Peaks”, “Mulholland Drive”, “Strade Perdute”, “Inland Empire”. In David Lynch il tema del perturbante è più incisivo rispetto ad altri autori.”

Il tema del perturbante è presente in tutta la filmografia di David Lynch?

“Ci sono dei film in cui questo elemento non è presente, ad esempio:  “Dune”, “The Elephant Man”, “Cuore Selvaggio”. In tutti gli altri qualcosa c’è.”

Come mai il regista ha ricorso così tanto frequentemente all’uso del perturbante? È dipeso dall’epoca storica nel quale ha operato?

“Il perturbante si inserisce anche inconsciamente nei suoi film. È un tema che si va a collegare con tanti ragionamenti che Lynch fa spesso. Il non sentirsi al sicuro negli spazi familiari, il ribaltamento, il doppio, lo specchio, questi sono i temi che ricorrono nella sua filmografia. Inoltre di grande rilievo è il rapporto della luce e del buio evidente nel film “Strade perdute”. Si passa dalla più accecante luce sino al buio pesto ed inquietante.”

Lynch è stato influenzato dagli studi di Freud?

“Sicuramente è qualcosa di coinconscio del regista. Lynch ha ben presente i concetti di Freud, in “Velluto Blu” c’è un reale riferimento a questi studi. In tante delle sue pellicole il tema della nascita si collega ad un qualcosa di inquietante, mostruoso, come nel film “Eraserhead”. Inoltre è stato anche influenzato da: pittori, artisti e registi, tra questi: il pittore Oskar Kokoschka e il regista Hitchcock. Tante sono state le influenze, Freud può essere una parte all’interno di un grande calderone pieno di influssi di ogni genere.”

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Questo suo voler introdurre così spesso quest’elemento estraneo e perturbante all’interno di contesti idilliaci e familiari ha un qualche collegamento con la sua vita personale?

“Ci sono molti piccoli riferimenti a qualche sua esperienza di vita. Ad esempio il tema della paternità è presente nei suoi film, questo può essere un possibile collegamento autobiografico. Lynch è una figura molto positiva, anche se molto spesso racconta del buio e dell’inquietudine, ma alla fine cerca sempre di trovare questa luce in fondo al tunnel. Un bilanciamento tra le luci e le tenebre. La sua biografia può entrare in parte, ci sono piccoli collegamenti di esperienza. Nella serie Tv “Twin Peaks”, ambientata in mezzo ai boschi e le foreste, Lynch ha sempre detto che la sua infanzia si è svolta tra alberi e foglie. L’ aspetto ambientale ha influenzato il suo cinema.”

Si sente di voler aggiungere qualcos’altro?

“Ho trattato il tema del perturbante ma è un regista talmente stratificato e importante che potremmo farci altri 50 corsi su temi diversi. Il perturbante è solo uno dei tantissimi cavi elettrici che fanno da conduttori ai suoi film.”

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