Ema Stokholma, il retroscena: “Ecco perché ho un nome d’arte”

Ema Stokholma, il volto del recente prima Festival, ha rivelato un retroscena sulla sua vita privata: il motivo per cui ha scelto un nome d’arte.

Ema Stokholma retroscena

Ema Stokholma insieme a Gigi e Ross ha accompagnato le cinque serate della Settantesima edizione del Festival di Sanremo con il Prima Festival: gag divertenti e interviste esclusive con i protagonisti della kermesse musicale più attesa dell’anno.

Questa sera Ema, al secolo Moerwenn Moguerou, sarà ospite de L’Assedio, il programma condotto da Daria Bignardi sulla falsa riga del più celebre Le Invasioni Barbariche.

Ema Stokholma retroscena: il nome d’arte

Ema Stokholma retroscena

Ema Stokholma è una conduttrice radiofonica e televisiva, modella e disc jockey, più volte ha svelato il retroscena che si nasconde dietro il suo nome d’arte.

Nata a Marsiglia il 9 dicembre 1983 come Morwenn Moguerou ha deciso di utilizzare un nome d’arte per intraprendere la carriera nel mondo dello spettacolo. Lo ha rivelato la stessa Ema: “Il mio nome è difficilissimo e con un sacco di “r”, un guaio per la mia erre moscia.

L’artista ha poi spiegato: “Quando ho voluto iniziare a lavorare in discoteca avevo bisogno di un nome d’arte che suonasse bene e che la gente potesse ricordare facilmente.”

A ispirarle Stokholma è stato il brano cantato da Rino Gaetano “Stoccolma”.

Infanzia difficile

Ema Stokholma ha rivelato di aver avuto un’infanzia molto difficile, dovuta alla prematura morte della madre e all’assenza del padre.

Ben presto entra nel mondo della moda,lavorando fin dall’età di 15 anni con importanti maison: da Dolce & Gabbana a Valentino, passando per Gianni Versace.

Prima Festival

Da tre anni Ema Stokholma si occupa di commentare il Festival e Amadeus l’ha voluta alla guida de PrimaFestival che pare le abbia detto: “Voglio un’esperta musicale”.

La chiamata di Amadeus è arrivata in un momento particolare: “Ero in video-chiamata con Andrea Delogu. Aveva fatto pulizia del frigo e aveva gettato nel water i prodotti scaduti otturandolo. Io la stavo incoraggiando”.

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Ema ha poi continuato: “Andrea non aveva la ventosa e doveva infilare le mani nella tazza. In quel momento mi è arrivata la chiamata di un numero che non conoscevo”.

“Ho attaccato e subito dopo mi è arrivato un messaggio su Whatsapp ‘Ciao Ema, sono Amadeus mi puoi richiamare, per favore?'”.

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