Il processo, Maurizio Lastrico ESCLUSIVA: “Una serie innovativa”

Stasera, 29 novembre 2019, andrà in onda su Canale 5 la prima puntata della nuova serie “Il processo”, con Vittoria Puccini, Francesco Scianna e Maurizio Lastrico. Abbiamo intervistato quest’ultimo in esclusiva.

Il processo, Maurizio Lastrico ESCLUSIVA: “Una serie innovativa”

– Di cosa parla la nuova serie il processo e qual è il tuo ruolo in essa?

La serie tratta di un processo giudiziario ma anche del processo di crescita ed elaborazione di passaggi oscuri della sua vita che il personaggio di Vittoria Puccini, Elena, compie. In questa serie interpreto il marito di Elena.

– Come è stato lavorare con Vittoria Puccini?

Molto bello, lei ha molta dimestichezza sul set ed è stata molto accogliente, intelligente e sensibile anche nelle scene più difficili da girare, come vedrete. Ho visto una persona che ha davvero un rapporto molto stretto con questo mestiere e questa cosa, che mi è piaciuta molto, traspare anche nella serie. Nonostante le scene insieme non siano molte a livello di inquadrature credo che siamo riusciti bene a raccontare il rapporto tra i due personaggi, aiutati dalla scrittura e dal regista, Stefano Lodovichi, che ci ha diretto con una cura eccezionale.

– Che tipo di rapporto con l’ambiente giudiziario vedremo nella serie “Il processo”?

Nei primi episodi entriamo tantissimo in tribunale ma non si avverte la pesantezza, la staticità che di solito è associata a questo ambiente. Invece la storia è talmente bella che, avendo il privilegio di essere in tribunale, verrebbe la voglia di rivivere tutta la fase processuale non con la condensazione che una fiction impone ma quasi in scala 1:1. Sono stati bravissimi in questo gli sceneggiatori e tutto il cast di attori a far appassionare alla trama.

– In cosa si differenzia “Il processo” rispetto ad altri “polizieschi”?

La scrittura è molto curata, io che interpreto un critico d’arte ad esempio sono stato in contatto con una persona che lavora al MIBAC. La realisticità di una storia, che può essere relativa nella riuscita di un prodotto televisivo, in questo caso è proprio funzionale alla trama e all’emotività di questa. Tutto il gruppo di lavoro, tra sceneggiatura e regia, ha visto il mondo che sta cambiando e ha avuto il coraggio di rappresentare non dei personaggi “ simpatici” ma dei veri esseri umani sul campo. La narrazione va veramente nel profondo e, essendo più rischiosa, richiede quindi un tipo di recitazione più alta. Questa serie, di fatto, è un tentativo concreto di svolta, di alzamento dell’asticella verso dei prodotti che possono competere a livello europeo.

Teresa Franco

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