Martin Scorsese attacca duramente Rotten Tomatoes

“Il box office è ormai un argomento di tendenza in ogni discussione sul cinema, anzi spesso è più che una tendenza. Questo giustizialismo brutale con cui si giudicano gli incassi del primo weekend ha reso questi ultimi uno sport sanguinoso per lo spettatore e che sembra incoraggiare un approccio ancora più brutale da parte della critica. Sto parlando di alcune ricerche di mercato come CinemaScore, che ha iniziato sul finire degli anni Settanta, e degli aggregatori online come Rotten Tomatoes, che non hanno assolutamente nulla a che vedere con la vera critica cinematografica. Loro giudicano un film alla stessa maniera in cui darebbero un voto a un cavallo all’ippodromo o ad un ristorante su una guida. Hanno a che fare con il business del cinema, ma niente che riguardi la creatività o un punto di vista intelligente di un film. Il regista è così ridotto a un puro mestierante e lo spettatore a uno svogliato cliente”.

Il regista premio Oscar Martin Scorsese attacca così in una colonna del The Hollywood Reporter il noto sito web Rotten Tomatoes, che offre recensioni sui film in uscita nelle sale ma che, secondo lui, contiene molti articoli che hanno ultimamente avuto un’incidenza negativa sull’industria cinematografica e condizionato il giudizio degli spettatori ancor prima che si recassero nelle sale.

“Questi aggregatori hanno impostato un tono che è apertamente ostile verso i registi seri, perfino il nome Rotten Tomatoes è offensivo. Non siamo molto lontani dalla folla assetata di sangue alla fine di Mother! di Darren Aronofsky”, ha proseguito, riferendosi proprio al fatto che ha scritto il lungo post dopo la visione del film di Aronofsky: “Dopo aver avuto l’occasione di vedere Mother! sono stato persino più disgustato da questa corsa al giudicare ed è per questo che ho voluto condividere i miei pensieri. La gente sembra alla ricerca di sangue, semplicemente perché il film non può essere definito in maniera chiara o interpretato o ridotto a una descrizione di due parole”.

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