In blu-ray il doppio documentario “Marvel stories”

Oggi, a inizio terzo millennio, la si identifica con una delle grosse potenze commerciali cinematografiche che, grazie alle avventure dello svolazzante Iron man e della sua fida squadra di Vendicatori, non mancano di mietere notevoli incassi al botteghino; ma quanti ricordano che la casa editrice statunitense Marvel rischiò alla fine degli anni Novanta di dichiarare bancarotta?

Tirando in ballo, tra gli altri, l’Isaac Perlmutter che è amministratore delegato della Marvel Entertainment, Philippe Guedj e Philippe Roure ci raccontano questa caduta e rinascita del colosso che ha sfornato i Fantastici quattro nei due documentari La rinascita della Marvel e L’universo Marvel, unicamente racchiusi nelle oltre due ore e dieci di visione che costituiscono Marvel stories, reso disponibile su supporto blu-ray italiano da Koch Media.

Oltre due ore e dieci di visione che, con interventi dell’avvocato Harvey Miller e del Luis Leterrier regista de L’incredibile Hulk, rivelano, addirittura, che l’imprenditore Ronald Perelman pare avesse comprato la Marvel perché credeva che facesse parte dell’accordo anche Superman, in realtà supereroe di punta della DC Comics.

La DC Comics che è stata leader fino ai primi anni Sessanta e della quale viene in questo caso intervistato il Paul Levitz che ne è stato presidente dal 2002 al 2009.

Mentre, tra conversazioni con il produttore cinematografico Avi Arad e con gli sceneggiatori di fumetti Mark Waid, Mark Millar, Steve Saffel, Tom De Falco e Sean Howe, viene posta in evidenza la maniera in cui tutto ciò che accade a New York finisca per avere un’analogia all’interno dei fumetti Marvel.

Rievocando sia brutti momenti come quello relativo al periodo delle minacce arrivate all’editore quando pubblicò la copertina in cui Captain America annientava Adolf Hitler, sia altri decisamente più rosei, a partire dalla rinascita verificatasi all’inizio del XXI secolo grazie al grande successo ottenuto da X-Men di Bryan Singer e Spider-man di Sam Raimi.

Un successo oltretutto relativo non soltanto ai lungometraggi sfornati, ma anche alla capacità marveliana di trasformare in superstar attori in declino; da Hugh Jackman, ormai entrato nell’immaginario collettivo in qualità di artigliato Wolverine, a Chris Hemsworth, che, proprio nel momento in cui aveva deciso di tornarsene nella nativa Australia, è stato calato nel ruolo dell’asgardiano Thor.

Francesco Lomuscio

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