“La mia pagina è piena della m**** più disgustosa, sessista, misogina e razzista. Si sono raggiunti nuovi livelli. Non sono masochista e per questo lascio, a presto”.
Attaccata attraverso una serie di vergognosi insulti, la cantante trentunenne Lily Allen ha deciso di abbandonare con questa frase Twitter.
I numerosi messaggi di odio inviatile non hanno risparmiato neppure il figlio nato morto nel 2010 e che era dell’ex marito Sam Cooper, con cui è si è sposata nel giugno del 2011; quando ha dato alla luce Ethel Mary, alla quale si è aggiunta due anni dopo Marnie Rose.
La perdita del bambino ha causato alla Allen un disturbo post-traumatico da stress, a proposito di cui un utente del social le ha chiesto proprio da dove derivasse ciò; e lei ha risposto: “Sono rimasta per dieci ore su un letto di ospedale con il mio bambino nato senza vita tra le gambe”; ma solo per vedersi scrivere da un’altra persona: “Non dire caz***, ho forti dubbi che sia rimasto lì per dieci ore”, spingendola a controbattere infuriata: “Tu sei una testa di c**. Io ero lì. Tu non c’eri. È stato così”.
E non è finita, perché un altro hater le ha scritto: “Forse se non ti fossi pompata di droghe, non avresti abortito”, per vedersi rispondere: “Non ho abortito. È stato un parto prematuro e mio figlio è morto strozzato dal cordone ombelicale”.