Nazioni: Regno Unito, Canada, Svezia,
Anno: 2011
Regia: James Watkins
Sceneggiatura: Jane Goldman
Scenografia: Kave Quinn
Fotografia: Tim Maurice-Jones
Durata: 95 minuti
Cast: Daniel Radcliffe, Ciaràn Hinds, Janet McTeer, Shaun Dooley, Roger Allam, Sophie Stuckey, Alisa Khazanova, Liz White, David Burke, Aoife Doherty
Dal romanzo di Susan Hill pubblicato nel 1983, The Whoman in Black di James Watkins.
Dopo il grande successo di critica e di pubblico avuto nel Regno Unito, è già in corso di proiezione nelle nostre sale.
Atmosfere sinistre, cupi personaggi e bambole intrise di sangue che preludono alla morte di bambini…. a quella che è la vendetta della signora in nero.
Sanno del suo fantasma, della sua presenza, dei suoi orribili delitti, tutti gli abitanti di Crytin Gifford, tranne l’avvocato Arthur Kipps..… nella cittadina per vendere l’isolata Eel Marsh House, dimora appartenuta ad una donna defunta di cui Kipps deve vendere l’eredità, sarà forse lei la signora in nero? È la moglie del giovane avvocato morta di parto?
Altra ipotesi: alla figura di una donna in nero si contrapporrebbe quella di una signora in bianco di cui Kipps percepisce etereamente la presenza e che lo aiuta a portare a termine quello che ormani è divenuto il suo compito: vendere Eel Marsh House. In questo modo sa che chiuderà il mistero e porrà fine per sempre alle morti di piccoli innocenti; il tema del giallo e quello della classica ghost story si intersecano.
Keeps, magistralmente interpretato da Daniel Radcliffe, è Il solo a indagare, il solo che sembra ignorare l’identità della signora in nero, colui contro il quale si solleveranno gli abitanti della cittadina.
La donna in nero è forse astrattamente simbolo del maligno, di una presenza che sorvola sull’umanità facendone intimamente parte? Tema ancestrale della bestialità umana, dell’umano in quanto specie che sprovvisto di cause e motivazioni sul male aggredisce un capro espiatorio che spesso è l’estraneo alla comunità, colui che si ritrova a farne parte come intruso, per circostanze diverse da quelle degli altri.
Molti misteri si intersecano a più livelli, la regia infonde l’inquietante sensazione di perdersi in una foresta infinita, senza riuscire a trovare via d’uscita.
Scenografia e fotografia non trascurano nessun dettaglio in perfetto stile gotico Susan Hill.
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Elena Santoni