La vita dei registi: Sylvain Chomet, l’autore della solitudine. Da ‘Appuntamento a Belleville’ a ‘L’illusionista’

Sylvain Chomet

SYLVAIN CHOMET –
Sylvain Chomet ha ormai conquistato tutti, anche se all’attivo ha solo due lungometraggi: ‘Appuntamento a Belleville’ e ‘L’illusionista‘. Film d’animazione che sanno toccare il cuore del pubblico, e che hanno riscosso contrastanti giudizi critici.

Intanto il regista e animatore francese viene già considerato un grandissimo autore, per caratteristiche e qualità innovative. I suoi film riflettono e si voltano verso la poetica della solitudine. Champion e l’illusionista rappresentano le due facce di una sola medaglia, entrambi in silenzio per tutto il film si adattano verso la felicità di chi li circonda. Una nonna anziana o una giovane ragazza appena conosciuta e la musica non cambia, e se Champion alla fine ammette che ‘il film è finito’ l’illusionista lascia la parola a un bigliettino ‘la magia non esiste’.
I due protagonisti si abbracciano per ritornare sempre allo stesso punto, che li porta quindi a essere molto simili.

Il clima e l’amore che si respira nei film di Chomet è debitore incontrastato a Jacques Tati. E se nella prima opera si affida alle citazioni, poster di ‘Play Time’ e un video in una televisione, nel secondo oltre a queste parte proprio da un’idea originale di Tati. Pensare che il maestro che ha inventato Mr. Hulot è morto nel 1982 e ‘L’illusionista‘ dimostra quanto era al passo coi tempi tanto di risultare più moderno di molti registi attuali. L’aspetto mimato e le musiche diegetiche ricordano molto il lavoro del francese.

Il clima e l’opacità di entrambe le pellicole mettono i brividi allo spettatore che malinconico si appresta alla visione. Fruizione libera e mai sazia che lo porta dentro a un mondo differente da quello sognato.

Matteo Fantozzi

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