Quali sono le migliori serie Netlix che hanno a che fare con serial killer e thriller: i 10 titoli da non perdere.
Perché le storie sui serial killer ci trascinano così a fondo? Forse perché ci obbligano a guardare nell’ombra. Il catalogo Netflix ha accelerato questa conversazione interiore, alternando thriller psicologici tesi e docuserie true crime essenziali. Il risultato è un panorama ricco, costruito su indagini, metodo e fallibilità umana. Nota pratica: la disponibilità varia per Paese; dati e titoli sono verificati fino a ottobre 2024.

Parto da un’ossessione di linguaggio. Quando una serie funziona, distilla procedure, voci, archivi. “The Ripper” (2020) racconta lo Yorkshire Ripper con 4 episodi asciutti, ricostruendo errori e pregiudizi dell’epoca. È una lezione su come il contesto devia le indagini. “Night Stalker: The Hunt for a Serial Killer” (2021) stringe ancora di più la morsa: 4 episodi serrati su Los Angeles e l’ansia collettiva, sostenuti da immagini d’archivio e testimonianze.
Tecniche e metodologie di indagine: la Voce dei Killer
“Catching Killers” (più stagioni, 2021–) passa il microfono a detective e procuratori, spiegando tecniche di profiling e limiti forensi. “The Raincoat Killer: Chasing a Predator in Korea” (2021) entra nel dettaglio della metodologia investigativa in Corea del Sud, lasciando la sensazione che la procedura, quando funziona, salvi vite.
Le “cassette” come “Conversations with a Killer: The Ted Bundy Tapes” (2019) e “The John Wayne Gacy Tapes” (2022) mettono in primo piano la voce degli autori, richiedendo una distanza critica. “The Confession Killer” (2019) scardina le certezze su Henry Lee Lucas e la seduzione della falsa confessione, fungendo da monito contro l’eccesso di fiducia.

“Mindhunter” (2017–2019) stabilisce lo standard del thriller psicologico su Netflix, trattando la psicologia criminale attraverso la storia della FBI e la nascita del Behavioral Science Unit. La serie, firmata anche da David Fincher, si distingue per osservazione lenta e domande giuste.
“You” ribalta la prospettiva, entrando nella mente del predatore in un ritratto scomodo del desiderio di controllo nell’era social. “The Serpent” (2021) rievoca Charles Sobhraj lungo la Hippie Trail, mentre “Dahmer – Monster: The Jeffrey Dahmer Story” (2022) solleva questioni etiche sul racconto delle vittime, entrando nel club ristretto dei titoli più visti di sempre su Netflix.
Per capire come nascono i bias, vedere cosa succede quando il sistema sbaglia o funziona e misurare la distanza tra cronaca e mito. Alla fine, cerchiamo di comprendere il punto in cui il bosco inizia dentro di noi. Quale serie, tra queste, ti ha fatto cambiare idea su cosa significhi davvero “capire” il male?





