C’è una serie su Netflix, ambientata in Svezia, che ci ricorda tanto le dinamiche dell’amata e nota serie americana, Sex and The City
Non è la grande mela ma Malmö, la terza città della Svezia per numero di abitanti, il luogo dove sono ambientate le avventure di due sorelle, e con loro un gruppo di amici e amiche che si alternano tra party, situazioni grottesche e consigli più o meno richiesti.

Le protagoniste sono due sorelle che lavorano in ambito artistico, creando installazioni luminose. Con loro la madre, un personaggio un po’ eclettico, e un gruppo di amici. Amanda, la sorella più grande, interpretata da Carla Sehn, è alla ricerca dell’amore dopo anni di astinenza, e per trovarlo si avventura tra app di incontri e conoscenze reali che le sconvolgono l’esistenza.
Diario dei miei due di picche, la serie Netflix che indaga i rapporti di coppia
L’argomento è sempre quello, il sesso, ma scavando sotto la superficie c’è ben altro. Emerge il rapporto burrascoso con un padre assente, Rikard, che si è risposato e si è rifatto una famiglia e chiama le figlie solo quando ha bisogno di un favore. Un rapporto difficile anche con la madre, che più che una madre sembra una sorella, e le due sorelle che si fanno forza a vicenda, malgrado il loro rapporto venga messo a repentaglio dalle dinamiche della vita, che le vede crescere, cambiare, evolversi e avere esigenze differenti.
Amanda non ha una relazione da molto tempo, troppo tempo, 12 anni, all’improvviso dal nulla più totale, la sorella Lilleman (Malou Marnfeldt) la esorta a trovare qualcuno e le scarica l’app di appuntamenti più per gioco che altro. Da quel momento iniziano a comparire una lunga sfilza di uomini, più o meno disagiati, che rendono il terreno della ricerca ancor più impervio.

Amanda si trova infatti a dover affrontare sempre lo stesso copione: li conosce, fa sesso con loro, e questi poi spariscono. C’è il fanatico di Zlatan Ibrahimović, quello ossessionato dal fatto che ha perso i capelli, quello che non vuole una relazione stabile, quello che scompare e ricompare in modo casuale. Al tempo stesso, Amanda, ha avuto modo rivedere un suo vecchio compagno di classe, che l’ha sbeffeggiata in tenera età e per questo motivo fatica a lasciarsi andare con lui.
La panoramica delle vicende che si susseguono è questa, un tam-tam di discorsi ben costruiti, una sceneggiatura frizzante porta avanti delle vicende godibili, suddivise in sette episodi che narrano l’evoluzione emotiva delle due sorelle e quanto a volte, possa risultare difficile, o quasi impossibile, avvicinarsi a qualcuno a sufficienza, e di come, fondamentalmente sia tutto al contrario in queste vicende emotive.
Amanda prima intreccia dei rapporti intimi con gli uomini con cui si vede, perché è la strada più facile per farsi amare, e regolarmente viene – come da titolo stesso – abbandonata e ignorata. Diario dei miei due di picche, è disponibile su Netflix dall’11 settembre, è ispirato alla vita dell’autrice Amanda Romare e sui suoi diari personali. La serie vede alla sceneggiatura due autrici molto apprezzate in Svezia: Moa Herngren e Tove Eriksen Hillblom, quest’ultima vincitrice del Nordisk Film & TV Fond Prize per il lavoro in ‘Vi i villa, (Suburbia) una serie tv.





