Cinema e censura sono due termini che molto spesso si sono interfacciati. Oggi vi diciamo cosa dice la legge. Tanti non sono d’accordo ed è polemica in merito.

Il 2021 è un qualcosa di incredibile in questo senso, sono molti quelli che hanno protestato e tanti invece quelli che sono rimasti molto soddisfatti dalla notizia. La Legge 220/2016 è diventata fattuale nel 2021 con il Decreto attuativo che di fatto ha abolitolo censura di Stato. Una scelta che ha fatto discutere e lo farà fare ancora molto in futuro.
Oggi i film non sono dunque censurati ma classificati attraverso quattro fasce d’età. Quando c’è la T vuol dire che sono per tutti, ci sono poi +6, +14 e +18 in base a vari parametri. La responsabilità ricade su produttori e distributori che devono andare loro a presentare contenuti alla Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche del Ministero della Cultura. Questa può obbligare una revisione.
Una scelta che viene considerata totalmente giusta da chi ha sottolineato come il rischio è quello di castrare l’arte che invece deve essere assolutamente libera di dire il suo. Andiamo ora avanti a leggere qualcosa in più sulla tv dove invece è tutto differente.
Censura, cosa accade in tv?
Tutto cambia in fatto di censura quando si parla di film che arrivano in televisione. Sul piccolo schermo non è consentita la trasmissione di film vietati ai minori di 18 anni nemmeno in seconda serata. Le emittenti devono rispettare le regole dell‘AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) e dal Codice di autoregolamentazione Media e Minori.

Importante è anche la fascia oraria che parla di fascia protetta tra le 6 e le 22.30 e invece una fascia meno vincolata tra le 22.30 e le 6 dove però non possono andare in onda comunque film vietati da minori di 18 anni.
Una delle scelte principali che vengono prese, per mandare in tv alcuni film, è legata al taglio delle parti che devono essere escluse dalla programmazione col rischio di evitare problemi molto complicati.
Cosa cambia con lo streaming?
Le piattaforme streaming sono legate invece ad altre regole, anche grazie al parental control e ai possibili blocchi. Qui non si parla della stessa censura per quanto riguarda la televisione generica. Nonostante questo sono soggette alla Direttiva AVMSD e cioè la legge europea sui servizi audiovisivi che impone delle regole per proteggere proprio i minori.

In questo senso ogni piattaforma deve mettere a disposizione proprio la possibilità di bloccare la visione ai giovani.