Oggi Ettore Scola avrebbe compiuto 94 anni, ma come sappiamo è scomparso nel 2016, vogliamo ricordarlo parlando del Marc’Aurelio.

Uno dei più grandi registi della storia del cinema italiano è sbocciato anche grazie a questo straordinario settimanale umoristico dove il nostro ha subito dimostrato le sue qualità. La collaborazione inizia alla fine degli anni quaranta ed è una delle prime della carriera creativa dell’artista. Un’esperienza che gli insegna molto e che si mostra anche alla base di quello che sarà poi il suo modo di fare cinema.
Proprio qui sviluppa le sue migliori capacità espressive attraverso vignette e caricature, e inoltre qui affina il suo modo di scrivere riuscendo a raggiungere dei risultati fin dall’inizio decisamente concreti. Interessante è come nel film Che strano chiamarsi Federico, suo ultimo lavoro che omaggia Fellini, lo vedremo ricostruire la redazione del Marc’Aurelio stesso.
Qui lavorarono personalità straordinarie come proprio quelle di Scola e Fellini, ma anche Age & Scarpelli, Steno, Giovanni Mosca, Ruggero Maccari, Vittorio Metz e molti altri. Fu una fucina di talenti in grado di rivoluzionare il mondo dello spettacolo italiano e non solo. Andiamo però ora a ripercorrere un po’ le tappe della storia di Scola stesso.
Ettore Scola, un maestro tra commedia e dramma
Ettore Scola Nasce a Trevico, in provincia di Avellino, il 10 maggio del 1931. Quando è ancora praticamente un neonato si trasferisce con la famiglia a Roma precisamente all’Esquilino. Frequenta il Liceo classico Pilo Albertelli e appena 15enne inizia a lavorare proprio al Marc’Aurelio ma anche a Il Travaso delle Idee.

Intanto prosegue anche gli studi aprendo un’altra strada, si laurea infatti in giurisprudenza. All’inizio degli anni cinquanta inizia a scrivere le sue prime sceneggiature per delle commedie all’italiana di buon impatto. Inizia anche a lavorare sia in radio che in tv per la Rai riscuotendo subito un ottimo successo.
Il debutto come regista arriva nel 1964 quando dirige Se permettete parliamo di donne che è un ottimo successo. In carriera ha diretto diversi film importanti tra cui i più noti a cavallo del 1975 e cioè C’eravamo tanto amati, riproposto in una sorta di remake da Gabriele Muccino nel 2020, e Brutti, sporchi e cattivi altro film di assoluto livello.
Un regista che non conosce quasi pari e che ha dimostrato nel tempo di avere dei modi di studiare la scena davvero molto interessanti. Questo gli ha permesso di farsi conoscere e di raggiungere un livello internazionale davvero difficile da pareggiare ancora oggi.