“Netflix ha ucciso il cinema”, queste le parole di Andrea gestore di un Blockbuster tra gli anni novanta e l’inizio del nuovo millennio. Oggi ha dovuto cambiare settore.
Le evoluzioni tecnologiche non sempre hanno portato a dei risultati positivi. Oggi abbiamo intervistato un ex proprietario di un Blockbuster il più noto marchio di videonoleggio a cavallo tra gli anni novanta e l’inizio del nuovo millennio. Questi ha specificato alcuni particolari molto interessanti legati proprio a come internet ha messo ko una delle industrie più importanti del passato.

“Netflix ha portato una grandissima rivoluzione con tantissimi film tra cui poter scegliere con un costo davvero irrisorio, però ha ucciso il cinema e le emozioni che si vivevano nelle videoteche”, così ci spiega Antonello che oggi ha aperto una fumetteria e che non ha voluto citassimo il suo cognome. La carta stampata, almeno in quel settore, è ancora viva e vegeta con gli appassionati che sono una nicchia davvero importante che non ama i PDF e i fumetti in epub.
Questi ci ha specificato: “Le emozioni che si vivevano all’interno di una videoteca per i giovani non esistono. Ricordo tantissime famiglie, con genitori e bambini, che il venerdì sera venivano a noleggiare le VHS e poi i DVD e magari compravano anche pizza e dolcetti per guardarlo insieme. Venire da Blockbuster era come un rito, c’erano tutta una serie di cose da fare e c’era anche il dialogo, quello che la gente ha perso. Vedere due sconosciuti parlare in un negozio oggi è impossibile, ma in una videoteca potevi sentir parlare di film per ore tra due persone che non si erano mai viste e che si suggerivano i film”.
Blockbuster e i bei tempi andati
Quanti di voi sono cresciuti tra gli anni novanta e l’inizio del nuovo millennio si ricordano perfettamente Blockbuster e le tante videoteche che spuntavano come funghi. E se le ricordano perché senza internet, o comunque agli albori di questo, avevamo la possibilità di noleggiare film di prima visione che non erano più nelle sale da poche settimane e che sarebbero arrivati sulla pay tv diverso tempo dopo.
E si ricordano sicuramente che in questo splendido luogo potevano scoprire film che non conoscevano, potevano farsi consigliare. “Eravamo come degli amici per i nostri clienti, la gente veniva da me e mi raccontava un film di cui non sapeva il titolo e io dovevo studiarli per sapere dare una mano, non c’era Google ad aiutarmi. E poi mi dicevano un titolo e volevano vedere film simili. Era un lavoro in cui mettere cuore e amore che purtroppo piano piano sparirà anche dalla memoria“, spiega Antonello.
Per i più giovani di voi abbiamo anche chiesto come funzionassero, in maniera pratica, le videoteche e questi ci ha risposto: “All’epoca una vhs poteva costare anche 50mila lire. Da noi con 5mila te la prendevi, te la portavi a casa e dopo due giorni la riportavi. Potevi vederla quante volte volevi e ammettiamolo, c’era chi se le copiava. Poi la riportava, ma attenzione se arrivava dopo o non mandava indietro la vhs c’era una multa da pagare”.
E per chi non capisca la definizione “mandava indietro”, vi spieghiamo che le vhs non erano come i dvd, ma avevano un nastro magnetico che andava avanti quando si visionava il film e poi doveva riportarla indietro per rendere più facile tutto a chi sarebbe venuto dopo di noi. Un mondo che non esiste più quello delle videoteche, ma che vi assicuriamo ci crea una nostalgia impossibile da dimenticare.