Hi! Human Intelligence Case, il regista Joe Casini in Esclusiva: “Tra Intelligenza umana e artificiale”

Hi! Human Intelligence Case è disponibile da oggi, 5 marzo, su Prime Video. Abbiamo intervistato il regista Joe Casini.

Il documentario è prodotto da Simone D’Andria e dallo stesso Casini per LuckyHorn Entertainment.

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Hi! Human Intelligence Case, il regista Joe Casini in Esclusiva: “Tra Intelligenza umana e artificiale” (Youtube Joe Casini) YouMovies.it

Il film riflette su come l’intelligenza umana sia stata messa in discussione in questa era. Questo viaggio invita a riflettere.

Lasciamo la parola a Joe Casini.

Economista, psicologo, imprenditore, giornalista, tanti ruoli nella tua carriera, come sei arrivato al cinema?

Ormai da diversi anni dedico buona parte del mio tempo a fare interventi nei festival e nelle aziende, oltre che a scrivere e produrre contenuti con il progetto Mondo Complesso. La possibilità di girare questo film viene di conseguenza dalla voglia di continuare a esplorare alcune tematiche che credo siano cruciali nel periodo storico in cui viviamo.

In un’epoca in cui sta esplodendo l’intelligenza artificiale, cosa ti ha spinto a realizzare questo lavoro?

Faccio una premessa: mi occupo di AI per lavoro, ne parlo tantissimo e in generale sono entusiasta delle possibilità che questa tecnologia offre. Sono però anche un grande appassionato delle nostre contraddizioni, e credo sia interessante il contrasto che c’è tra l’entusiasmo e l’attenzione che abbiamo nei confronti di questa tecnologia e quella che mettiamo per sviluppare e utilizzare al meglio uno strumento infinitamente più potente come la nostra intelligenza. Inoltre alla base dell’AI, come qualsiasi altra tecnologia ma forse in questo caso in maniera ancora più evidente, ci sono soprattutto dinamiche di potere. Credo che parlare della nostra intelligenza sia anche un modo per provare a ribaltarle.

Cosa pensi dell’intelligenza artificiale? Ti spaventa?

Non mi spaventa l’intelligenza artificiale, mi spaventano invece un po’ di più le persone che prendono decisioni al riguardo. Come tutte le tecnologie, anche con l’AI possiamo fare cose incredibilmente belle o incredibilmente dannose, ma la scelta è sempre nostra. Oggi si tende a parlare molto degli ipotetici rischi futuri legati all’intelligenza artificiale, e credo che queste riflessioni vadano senz’altro fatte ma non a costo di spostare l’attenzione dalle questioni che già oggi ci riguardano come ad esempio i diritti dei lavoratori coinvolti e la sostenibilità ambientale della filiera, l’equità e l’efficacia della tassazione che applichiamo per compensare le esternalità negative e le concentrazioni di potere che si stanno creando.

Hi! Human Intelligence di Joe Casini

Andiamo avanti con l’intervista a Joe Casini per Hi! Human Intelligence.

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Hi! Human Intelligence di Joe Casini (Youtube Joe Casini) YouMovies.it

Qual era il vostro obiettivo e pensi di averlo raggiunto?

Il nostro obiettivo era quello di attraversare diverse prospettive su questo tema e provare a tracciare con queste un perimetro all’interno del quale gli spettatori potessero rispondere alle domande che poniamo, ma anche farne di nuove. Non so quindi dirti ancora se lo abbiamo raggiunto o no, questo lo diranno gli spettatori, ma quello che posso dirti è che noi siamo molto soddisfatti del risultato finale.

Io credo che ci sia un grandissimo collegamento tra il cinema d’autore e il documentario, lo dimostrano registi come Werner Herzog e Wim Wenders. Che ne pensi? Racconta la realtà e lo fa con mezzi legati al cinema

Sono assolutamente d’accordo e penso che le differenze siano più che altro per chi ci lavora perché cambia il processo creativo, ma il risultato alla fine è sempre uno sguardo sul mondo che viene proposto allo spettatore. Alla fine si tratta sempre di storie e l’unica cosa che conta è se riusciamo a raccontarle bene.

A chi ti sei ispirato per questo lavoro?

Tra i miei registi preferiti ce ne sono due in particolare, David Lynch e Christopher Nolan, che credo mi abbiano inevitabilmente influenzato in alcune scelte che sono state fatte non soltanto di regia, ma anche di scrittura. Volevamo infatti che il film avesse un taglio più cinematografico, che piuttosto che “spiegare” qualcosa proponesse allo spettatore un viaggio da fare.

A chi si rivolge il documentario?

A chiunque sia disposto a farsi sorprendere un po’! Ci sono talmente tante prospettive che anche uno spettatore esperto come potrebbe esserlo per esempio uno psicologo, vedendolo troverà senz’altro qualcosa che magari non si aspettava. Alla fine si tratta comunque di un film corale, quindi si rivolge a chiunque voglia prender parte a questo discorso.

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