Non sempre le collaborazioni tra regista e attore sono delle più felici, anche se hanno dato luogo a film assolutamente indimenticabili. Ecco di cosa stiamo parlando.
Nell’immaginario di tutti è impresso il celebre Clint Eastwood, il suo poncho e il sigaro che hanno segnato un’epoca. Il suo Biondo è stata un’autentica istituzione in quegli anni e il merito su di Sergio Leone, capace di riportare in vita un genere, il western, che in America, in quel momento, stava agonizzando.
Tutti i generi, infatti, hanno una data di scadenza ad Hollywood, vengono presi, portati all’apice e poi muoiono in attesa che qualcuno trovi un nuovo punto di vista da sfruttare; in quel caso fu il celebre regista italiano a ricordare agli americani come si faceva. Ma ci sono dei retroscena su Leone e Eastwood che non potete neanche immaginare.
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Nonostante nelle interviste dell’epoca Clint Eastwood era assolutamente entusiasta del ruolo che Leone gli aveva affidato nella trilogia, di recente sono usciti fuori dei dettagli che cambiano un po’ la storia felice dell’attore e regista in perfetta armonia. Si racconta infatti che, da un lato, Leone non nutrisse particolare simpatia per Clint – stando alle parole dello storico collaboratore di Leone, Sergio Donati – e che, di riflesso Eastwood non abbia mai digerito le famose parole pronunciate dal regista circa le sue capacità professionali (“Eastwood ha solo due espressioni: una con il cappello e una senza”). Inoltre Clint non ha mai gradito le forzatura a cui è stato sottoposto. Prima parlavamo dello storico sigaro che lo ha reso indimenticabile agli occhi del pubblico, ma sembra che l’attore lo trovasse disgustoso e che abbia chiesto più volte di metterlo da parte, ma Leone ignorò le sue proteste.
Anche per questi motivi non volle più lavorare con Sergio Leone e quando gli fu proposto un ruolo in Giù la testa – che agli occhi dell’attore era fin troppo simile a quanto aveva già fatto con il regista – declinò l’offerta. Così come rifiutò di prendere parte anche a C’era una volta nel West per lo stesso motivo, staccarsi il più possibile dal regista italiano. Ma non fu solo l’antipatia per Leone a dettare questa scelta; sembra infatti che Eastwood in realtà voleva anche porre fine al sodalizio con l’industria italiana nei confronti della quale non nutriva poi un gran rispetto, pur apprezzandone alcuni meccanismi.
Nonostante tutto questo però, Eastwood si è sempre mostrato riconoscente nei confronti di Sergio Leone, definendolo suo maestro e colui che ha contribuito alla sua fortuna. Riconoscenza e simpatia non sempre vanno a braccetto, ma almeno Eastwood non ignora il fatto che è anche merito di Leone se oggi è tra gli attori e registi più apprezzati.
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Questo articolo è stato modificato: 14 Ottobre 2020 17:11
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