“Kingdom hospital”: la serie tv creata da Stephen King approda in dvd

kingdom-hospital

In principio fu The kingdom – Il regno, miniserie televisiva in otto puntate (cinque nella versione italiana) che, messa in piedi nel 1994 dal danese Lars von Trier e distribuita, in seguito, come unico lungometraggio di quattro ore, si svolgeva in un ospedale della Danimarca chiamato, appunto, il Regno.

Ospedale in cui una medium ricoverata avvertiva il pianto di una bambina provenire da un ascensore, segnando l’inizio di un’intricata vicenda legata, appunto, alla misteriosa morte della piccola, avvelenata dal padre.

Plot bene o male alla base anche di Kingdom hospital, rifacimento statunitense di dieci anni più tardi che, con il futuro responsabile del chiacchieratissimo dittico Nymphomaniac – tra l’altro artefice, nel 1997, di The kingdom 2 – coinvolto in qualità di produttore esecutivo, ha avuto origine grazie all’interessamento del mago dell’horror su carta Stephen King.

Non a caso, a firmare i tredici episodi (di cui il primo diviso in due parti) dalla durata oscillante attorno ai quaranta minuti ciascuno è il Craig R. Baxley che, in fatto di trasposizioni destinate al piccolo schermo delle opere dello scrittore originario del Maine, si era già occupato anche de La tempesta del secolo e Rose Red.

Tredici episodi che Sony pictures Home Entertainment provvede a rendere disponibili all’interno di un cofanetto contenente quattro dvd, con il pilot oltretutto accompagnato da commento audio del regista, di King, del produttore esecutivo Mark Carliner e del supervisore degli effetti speciali.

E King ricopre anche un piccolo ruolo nella fase finale della lugubre vicenda che prende il via dal tragico incidente stradale in cui finisce coinvolto l’artista Peter Rickman in possesso delle fattezze di Jack Coleman; il quale si ritrova ricoverato nel nosocomio del titolo, popolato di non pochi bizzarri personaggi.

Perché, oltre alle versioni americanizzate della medium di cui sopra e della giovane presenza fantasmagorica femminile, ovvero la Diane Ladd di Cuore selvaggio e la Jodelle Ferland di Silent Hill, abbiamo, tra gli altri, una guardia di sicurezza al limite della cecità con il volto di Julian”The witch”Richings, un’infermiera che sviene regolarmente alla vista del sangue e più o meno ambigui medici.

Medici incarnati, tra gli altri, dall’Andrew McCarthy di Weekend con il morto, dal Bruce Davison di X-Men e dall’Ed Begley Jr. di Basta che funzioni, tutti immersi in una cupa e sinistra atmosfera di mistero atta a trasformare lo scenario d’ambientazione in un avvolgente involucro di tensione e paura in un certo senso debitore nei confronti del cinema di David Lynch.

Man mano che le visionarie trovate che infarciscono la narrazione sguazzano da un corpo camminante senza testa al mostruoso e inquietante formichiere Antubis.

Formichiere di cui apprendiamo la realizzazione attraverso otto minuti inclusi nei contenuti extra posti a corredo dell’ultimo disco, insieme ad un quarto d’ora di dietro le quinte, uno speciale riguardante il cast e una visita sul set, tra scenografie e costumi.

Insomma, una volta tanto, il costo del ticket è l’aspetto meno spaventoso!

Francesco Lomuscio

Impostazioni privacy