Biggio e Mandelli sempre più scatenati in dvd con “La solita commedia – Inferno”

La solita commedia-Inferno

Possiamo intenderlo come il seguito ideale del percorso intrapreso da Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio con la serie “I soliti idioti” e i lungometraggi “I soliti idioti: Il film e “I 2 soliti idioti”, entrambi diretti tra il 2011 e il 2012 da Enrico Lando.
Visto nelle sale cinematografiche a marzo 2015 e finalmente disponibile su supporto dvd sotto il marchio Warner, “La solita commedia – Inferno” comincia con l’inferno nel caos a causa di una schiera di nuovi peccatori che arrivano ogni giorno ad affollare gli uffici di Minosse senza trovare la giusta collocazione e, di conseguenza, finendo per dilagare tra i gironi mettendo a rischio l’ordine e la sopravvivenza del luogo.
Una situazione che porta Lucifero a recarsi “ai piani alti”, dove Dio decide di catapultare Dante Alighieri in una città del Nord Italia affidandogli il compito di catalogare i nuovi peccati sulla Terra.
Un Dante Alighieri che, incarnato da Mandelli, individua la propria guida in mezzo ai prodigi e agli orrori della civiltà moderna nel trentenne precario Demetrio Virgilio, cui concede anima e corpo, invece, Biggio; entrambi anche registi dell’operazione insieme a Martino Ferro, per mettere in piedi una evidente critica nei confronti dell’italiano d’inizio terzo millennio inscenando un grottesco campionario di umanità posta, di volta in volta, nell’ambito di comuni situazioni mirate a regalare divertimento.
Man mano che, in mezzo a molestatori di gente che ha fretta, covatori di rabbia, prevaricatori di file, ex compagni delle medie adoratori di tragedie, tecnoincontinenti e incapaci del wi-fi spesso interpretati dai due protagonisti-autori, troviamo in scena la Daniela Virgilio della serie televisiva “Romanzo criminale” e, rispettivamente nei panni di Gesù e Padre Pio, Tea Falco e Gianmarco Tognazzi.
Il tutto, dal bar alle otto di mattina alla movida, passando per il traffico all’ora di punta e il supermercato, strutturando la oltre ora e venti di visione in gironi sfruttati come fossero episodi, tra sbirri allo sbando abusatori di comando e seminatori di bruttezza.
Con le volgarità fortunatamente ridotte al minimo in favore di una comicità sì scorretta, ma stavolta guardante anche a quella surreale proto-“Fantozzi” e, inoltre, caratterizzata anche da un certo sapore internazionale.
Quindi, inserite il disco nel lettore e, una volta terminati i titoli di coda, non dimenticate di passare alle quattro scene tagliate, il videoclip, l’intervista a Dio, il trailer e i venti minuti di making of riservati dalla sezione extra.

Francesco Lomuscio

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