Addio a Betsy Palmer, mamma di Jason in “Venerdì 13”

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La sua carriera all’interno dello schermo iniziò nei primi anni Cinquanta, quando, dopo aver lavorato come segretaria e studiato recitazione a New York, prese parte a diverse serie televisive, per poi passare al cinema tramite “La lunga linea grigia”, diretto nel 1955 da John Ford e con Tyrone Power e Maureen O’Hara protagonisti.
Una carriera che le permise di collezionare circa sessanta apparizioni, comprendenti “Il segno della legge” di Anthony Mann, “Attenti alle vedove” di Richard Quine e serie televisive del calibro di T.J. Hooker, “La signora in giallo” e “Colombo”, ma al cui interno, senza alcun dubbio, è stato nel 1980 “Venerdì 13” di Sean S. Cunningham a regalarle il personaggio per cui è rimasta nella storia della celluloide.
Nata a Chicago il 1° novembre 1926 e scomparsa il 29 maggio 2015, infatti, Betsy Palmer (all’anagrafe Patricia Betsy Hrunek) è ricordata, da sempre, per aver incarnato il personaggio di Pamela Voorhees, ovvero colei che, al termine di quel classico dello slasher che finì per generare una lunga saga di successo, scoprivamo essere la colpevole del massacro di giovani in vacanza presso il campo estivo Crystal Lake; dove, come ormai è risaputo, sarebbe stato l’immortale figlio mascherato Jason a proseguire la carneficina nei capitoli successivi.
Un ruolo che accettò soltanto per poter acquistare una nuova automobile – in quanto credeva che nessuno sarebbe andato a vedere il film – e che le fece ottenere addirittura una nomina ai Razzie Awards; senza consentire a nessuno di immaginare che, invece, si sarebbe trattato di quello che l’ha lasciata impressa nella memoria di tutti, sebbene, anche nel solo ambito horror, abbia poi preso parte ad altri titoli quali “L’urlo del male”, firmato da Chris Angel a fine anni Novanta, e “Bell witch: The movie” di Shane Marr.
Quest’ultimo, datato 2007, è anche il film con cui ha dato l’addio alle scene.

Francesco Lomuscio

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