Con “L’uomo dal futuro” arriva in dvd il “Ritorno al futuro” brasiliano

l'uomo dal futuro dvd

Sarà vero che il tempo aiuta a dimenticare anche gli amori più grandi?
Secondo il brillante fisico Zero, ovvero il Wagner Moura di “Tropa de elite – Gli squadroni della morte” (2007) e del suo sequel “Tropa de elite 2 – Il nemico ora è un altro” (2010), sembrerebbe di no, anche se proprio ad esso finisce per ricorrere nel tentativo di risolvere il problema che lo affligge.
Il brasiliano “L’uomo dal futuro” (2011) di Cláudio Torres, infatti, ce lo presenta segnato da un evento traumatico in cui fu pubblicamente umiliato da Helena alias Alinne Moraes, bellissima ragazza che amava all’inizio degli anni Novanta, ma anche impegnato a ricercare un processo per creare una nuova fonte di energia destinato a condurlo, invece, al concepimento di una macchina del tempo.
Macchina che gli consente, ovviamente, di tornare indietro di vent’anni per concedersi una seconda possibilità finalizzata a sistemare la sua vita, trovandosi anche ad interagire sia con il se stesso del 1991 che con una delle sue versioni dei futuri alternativi.
Quindi, mentre una coinvolgente colonna sonora rockeggiante comprendente, tra gli altri, “It’s the end of the world as we know it (And I feel fine)” dei R.E.M. provvede ad accompagnare il tutto, è impossibile non pensare al super classico “Ritorno al futuro” di Robert Zemeckis nel corso della oltre ora e quaranta di visione; anche se, a causa della generale impostazione da commedia, è pure l’esilarante “Un tuffo nel passato” (2010) di Steve Pink a tornare alla memoria, pur facendo a meno (fortunatamente) della sua componente volgare.
Il tutto, con una curata confezione che non solo impreziosisce un gradevolissimo, movimentato inedito cinematografico che, efficacemente condito con una spruzzata di indispensabile romanticismo, viene reso disponibile su dvd italiano da 30 Holding, ma testimonia ancora una volta che soltanto la produzione di celluloide tricolore, nel terzo millennio, non sembra essere in grado di offrire al pubblico elaborati che si allontanino dai soliti “agglomerati familiari” proto-fiction per avvicinarsi all’intrattenimento di genere.

Francesco Lomuscio

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