Uscirà nelle sale italiane il prossimo 20 novembre, distribuito da Parthénos, “Viviane” di Ronit e Shlomi Elkabetz, il titolo appena scelto da Israele per la corsa all’Oscar come miglior film straniero. Applaudito all’ultimo Festival di Cannes (dov’è stato uno dei film più apprezzati della Quinzaine des Réalisateurs), “Viviane” chiude una trilogia iniziata nel 2004 con “To take a wife” (premiato alla Settimana Internazionale della Critica di Venezia) e proseguita nel 2008 con 7 Days. Protagonista del film è Viviane Amsalem (interpretata da Ronit Elkabetz, anche regista e sceneggiatrice insieme al fratello Shlomi), una donna che da cinque anni cerca invano di ottenere il divorzio dal marito Elisha, davanti all’unica autorità che in Israele possa concederglielo: il tribunale rabbinico. L’ostinata determinazione di Viviane nel voler conquistare la propria libertà si scontra con l’intransigenza di Elisha e con il ruolo ambiguo dei giudici. In tribunale sfilano i testimoni convocati dalle parti, mentre il “processo” si trascina coi suoi contorni al tempo stesso drammatici e assurdi.