E’ pronto ‘Il Bosco 2’, intervista ESCLUSIVA ad Andrea Marfori

Il Bosco 1

INTERVISTA ESCLUSIVA AD ANDREA MARFORI – Con il suo “Il Bosco 1” Andrea Marfori ha cambiato il modo di fare cinema horror, aprendo una strada che solo dopo sarebbe stata percorsa da altri coraggiosi registi. Un vero autore d’Avanguardia che con la sua opera ancora oggi, a 25 anni di distanza, era attuale. Proprio quando è stato lanciato in edizione a tiratura limitata il dvd autografato direttamente dall’autore, un vero capostipite del movimento horror indipendente.

IlBosco1

Abbiamo oggi l’onore di averlo con noi per fargli qualche domanda:
Ciao Andrea, quando hai realizzato ‘Il Bosco 1’ avevi già in mente un sequel?
“Era un numero 1 che aspettava un 2 anche se ci sono voluti 25 anni di incubazione. Adesso pero’ siamo a buon punto: il teaser e’ girato e online, qualche altro blocco di riprese lo facciamo prima dell’autunno e il grosso durante l’inverno. L’uscita e’ prevista per la primavera 2014”.

Quali sono state le tue fonti di ispirazione?
C’e’ molto cinema che mi piace e che mi ha ispirato. All’Universita’ mi sono laureato con una tesi su F.W.Murnau (quello del Nosferatu del 1922). Poi Bunuel, ovviamente. e ancora aimi per i contemporanei… fino a tanti minori con un solo film che mi ha colpito (o anche soltanto un pezzo di un film). “Per i registi italiani corbucci e’ piu’ western di leone e il grande maestro dell’horror nazionale e’ Pupi Avati, superiore ad Argento”.

Cosa pensi del momento dell’horror italiano?
“Tutta la nuova generazione di registi mi piace: fanno horror senza paura di sporcarsi con i generi. Oggi la situazione storica e’ cambiata ed e’ piu’ facile di quando sono uscito io dal centro sperimentale di cinematografia, ma mi piace comunque la loro grinta. Sono molto orgoglioso che qualche giornale abbia scritto che Il Bosco 1 e’ il film di culto di un’intera generazione e a un festival mi abbiano detto che e’ un po’ il capostipite dell’odierno movimento horror indipendente per gusto del divertimento e approccio ribelle ad ogni dogma cinematografico e ideologico”.

M.F.

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