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Cinema

Chiamami col tuo nome: il film di Guadagnino che dipinge perfettamente gli anni ottanta

Diretto da Luca Guadagnino e distribuito nel 2017, Chiamami col tuo nome è un film che indaga nell’animo di un giovane alle prese con la consapevolezza di sé.

Chiamami col tuo nome

Il cinema di Guadagnino è sempre d’impatto; passa dall’universo adolescenziale femminile – Melissa P. – ai drammi borghesi che sfociano in una passione dirompente – Io sono l’amore – fino al più recente confronto con il grande cinema horror – Suspiria. Una filmografia variegata, frutto anche di una presa di coscienza di sé, del proprio lavoro e di un lavoro di maturazione che in Chiamami col tuo nome raggiunge il suo apice.
Questa sera sarà riproposto in prima serata da Rai movie dalle ore 21.10

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Una lezione di educazione sentimentale

Chiamami col tuo nome

Chiamami col tuo nome affronta la confusione e l’alienazione giovanile attraverso gli occhi di Elio (Timothée Chalamet) che, ci teniamo a precisarlo, non è quella sessuale – sarebbe svilente definirla in tal senso. Il film è piuttosto la ricerca di un’educazione sentimentale che al protagonista manca e Guadagnino lo fa in un susseguirsi di scene che richiamano da un lato il modernismo di Antonioni – con quadri quasi fini a se stessi – e dall’altra il desiderio di autoidentificazione, cara ai grandi del cinema hollywoodiano anni sessanta – sebbene in chiave più intima e sentimentale.

Non è un caso che Guadagnino abbia scelto di ambientare il film proprio nel 1983; alla domanda sul perché abbia scelto quell’anno ha infatti risposto che è un anno storicamente molto importante, il tramonto di un’epoca che ha dato i suoi frutti, di cui ci nutriamo ancora oggi. Le lotte e l’apertura mentale che hanno portato avanti i ragazzi della generazione precedente – quella degli anni settanta – ha fatto sì che i genitori di Elio fossero in grado di capirlo e non giudicarlo, trasmettendogli anche un sapere emotivo positivo, che lo ha arricchito come persona.

Chiamami col tuo nome non è un film per i deboli di cuore, perché la sua profonda analisi dei sentimenti e le conseguenze che determinate scelte comportano, sono state rese dal regista in una chiave così profonda che il consiglio è quello di tenere a portata di mano una confezione formato famiglia di fazzoletti.

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Questo articolo è stato modificato: 13 Ottobre 2020 21:19

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Pubblicato da
Claudia Anania

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