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Serie TV

Jinn, serie tv in lingua araba: Netflix al centro delle polemiche

Jinn è la prima serie TV originale in lingua araba che arriva su Netflix: ma la piattaforma ha subito non poche accuse, in merito alla trasgressione di precetti morali islamici.

Gli spettatori di Jinn si dividono in due categorie: molti la stanno apprezzando, ma molti altri stanno sollevando polemiche e critiche, in merito all’utilizzo di stereotipi americani e alla trasgressione di alcuni precetti morali della religione islamica. La serie tv è ambientata a Petra e prodotta in Giordania.

Jinn: le polemiche

Un gruppo di adolescenti durante una gita scolastica si ritrova a dover fare i conti con una misteriosa e terrificante forza: uno spirito demoniaco appartenente alla cultura islamica, un Jinn. Da qui il titolo della serie tv Netflix: Jinn, per l’appunto.

Ma una serie tv che ha come protagonisti degli adolescenti, pur concentrandosi sul soprannaturale non può tralasciare tematiche come la sessualità, l’amore, l’amicizia, la promiscuità, l’alcool, la scoperta, le droghe.

E coniugare questi aspetti da teen drama americano con un’ambientazione di tipo arabo-islamico, non è facile. Secondo il Grand Mufti di Giordania Mohammed Khalaileh (la più alta carica ufficiale della legge islamica nel Paese), infatti, Jinn “racconta luoghi comuni sui giovani ignorando le singolarità della cultura mediorientale piegandola ad una narrazione che più si confà ai gusti del pubblico occidentale. La scrittura della serie rovescia le abitudini ed i codici comportamentali della popolazione giordana, andando in netto contrasto con i precetti morali islamici“.

A far discutere maggiormente, le scene in cui i ragazzi flirtano, consumano alcool e fumano marijuana.

Khalaileh ha addirittura chiesto l’intervento del Parlamento, chiedendo alle forze dell’ordine di rimuovere Jinn dal catalogo della piattaforma. Ma la Royal Film Commission ha difeso Netflix, spiegando che: “Il prodotto non è diffuso su network accessibili a chiunque, ma è disponibile solo previo un servizio a pagamento, scegliere di vederlo è a discrezione personale dello spettatore, ribadendo di aver apprezzato la scelta di Netflix di investire e promuovere in tutto il mondo produzioni locali”.

 

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Pubblicato da
Giuseppina Dente

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