Un uomo dignitoso, un padre addolorato e arrabbiato: Valerio Vannini chiede giustizia per suo figlio Marco.
I genitori di Marco Vannini, Valerio e Marina, a gran voce chiedono giustizia e non hanno intenzione di fermarsi. Alla storia del ventenne ucciso da un colpo di pistola in casa della fidanzata è dedicato lo speciale de Le Iene in onda questa sera su Italia 1. Giulio Golia ripercorrerà la vicenda, tra dubbi e domande.
Il ragazzo è stato ucciso nel maggio del 2015, mentre si trovava in casa della fidanzata, in presenza di tutta la famiglia di lei. Una famiglia che lui avvertiva come propria, una storia consolidata, quella con Martina. Ciò che è successo in quella casa non è ancora del tutto chiaro, tante sono state le omissioni.
Secondo la ricostruzione il padre di Martina, Antonio Ciontoli, chiama il 118 chiedendo aiuto perché Marco ha avuto un malore. Chiama una seconda volta, per chiedere l’intervento di un’ambulanza. In nessuna delle due telefonate Ciontoli chiarisce che il ragazzo è ferito da un colpo di pistola: partito per sbaglio, spiegherà in seguito. Infatti Marco viene portato in ospedale come codice verde. Solo una volta giunti lì i medici si accorgono che la situazione è ben più grave. I Ciontoli avvertono i genitori di Marco e nemmeno a loro palesano la gravità della situazione, dicendo che il ragazzo è solo caduto dalle scale.
Si rende necessario un trasferimento al Gemelli di Roma, ma quando viene chiamato l’elisoccorso è troppo tardi: il cuore di Marco si ferma.
In casa al momento dello sparo c’erano Marco, la sua fidanzata Martina, il fratello di lei con la compagnia, la mamma e il padre della ragazza. La sentenza, ad oggi, è di 5 anni (ridotti rispetto agli iniziali 14) per il capo famiglia Antonio Ciontoli e di 3 per gli altri membri della famiglia.
Nelle interviste papà Valerio è apparso sempre molto pacato nel suo dolore, così come sua moglie Marina: due genitori profondamente dignitosi nel mostrare il loro lutto e la loro comprensibile rabbia per la sorte toccata a loro figlio Marco. La coppia è determinata nell’andare avanti e scoprire tutta la verità su quella fatidica notte e sono certi che non sia stata detta tutta la verità.
La famiglia vive a Ladispoli. La città è rimasta profondamente sconvolta dalla vicenda e tutti sono molto amareggiati da quando è stata emessa la sentenza. Infatti, in segno di lutto, una bandiera nera sventola sulla facciata del Comune di Ladispoli, accanto alla foto di Marco Vannini. Il sindaco Grando l’ha definito un simbolo della rabbia della città per quella sentenza vergognosa, oltraggiosa nei confronti del ragazzo che ha perso la vita e della sua famiglia.
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