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Televisione

Cortesie per gli ospiti, Diego Thomas ESCLUSIVA: “Ecco come è nato tutto”

Cortesie per gli ospiti torna su Real Time, abbiamo intervistato in esclusiva Diego Thomas che ci ha raccontato alcuni particolari della trasmissione.

Cortesie per gli ospiti, Diego Thomas

Seguitissima Cortesie per gli ospiti vede tra i giudici presenti anche Diego Thomas, che abbiamo sentito in esclusiva e che ci ha raccontato alcune situazioni molto interessanti. Andiamo a vedere cosa è venuto fuori dalla nostra chiacchierata con lui.

Cortesie per gli ospiti, Diego Thomas in esclusiva

Com’è nata la collaborazione con ‘Cortesie per gli ospiti’?

È nata per caso. Avevo il pomeriggio libero, ero dal corniciaio e stavo aspettando che mi impacchettasse un quadro. Una mia amica di infanzia, che si era iscritta ad un blog di mamme,  mi manda uno screenshot di un’altra mamma, che lavorava alla trasmissione Magnolia, sui provini per questa trasmissione. Fosse stata una giornata lavorativa magari neanche gli avrei dato seguito, ma dato che ero lì ad aspettare ho fatto questa telefonata. Ho fatto tre provini e mi hanno preso quindi è nata così, in pochissimo tempo.

Grazie alle tue competenze, nella valutazione dell’ambiente e degli arredi, sei il primo a farti un’idea sui concorrenti. Quanto spesso l’ambiente in cui vivono riflette poi il loro modo di approcciarsi agli ospiti e alla cucina?

Sicuramente l’ambiente in cui viviamo ci rappresenta, alcuni di più, altri di meno. Ovviamente quando una persona la incontri la inquadri dalla casa, dal vestito, dall’aria che ha…Rispetto alla cucina e all’accoglienza, che sono valutati da Roberto e Csaba, non c’è una correlazione nel senso che loro valutano quello, io la casa ma non è detto che io sappia prima quello penserà Roberto dopo, siamo completamente indipendenti.

Potresti raccontarci come si svolge una giornata tipo di riprese?

Noi giriamo due cene al giorno. Ci svegliamo la mattina, ci troviamo sul set, ci microfonano ecc., entriamo a casa dei concorrenti, facciamo le riprese che dobbiamo fare a casa di queste persone, dopo di che ci si saluta e ci si da l’appuntamento per l’indomani. Poi veniamo trasferiti nella seconda casa e si ricomincia da capo: veniamo ri-microfonati, ri-truccati [ride, ndr] ri-vestiti e si ricomincia con gli altri concorrenti ed è così fino a sera. Iniziamo la mattina presto e finiamo la sera tardi perché ci vuole tempo, molto tempo. Riusciamo giusto ad avere 6/7 ore per dormire, lavoriamo da quando ci svegliamo a quando chiudiamo gli occhi.

Il momento in cui prendete la decisione con i tuoi colleghi sul vincitore è fatto vedere in modo essenziale. Ci sono state delle volte in cui vi siete consultati a lungo?

In realtà noi, quando finisce una cena, ci vediamo perché dobbiamo prepararci, abbiamo delle questioni tecniche, ecc e quindi commentiamo la cena: “che simpatico quello”, “cosa hai pensato quando ha detto…” insomma facciamo le chiacchiere che fanno tre amici che hanno vissuto un’esperienza insieme. Non decidiamo chi deve vincere, facciamo dei commenti tipo “Csaba hai visto il piattino della frutta?” o “ Ti è piaciuto quello Diego?” ma diamo i voti in modo assolutamente indipendente e non sappiamo il voto che l’altro dà. Non sappiamo chi ha vinto fino all’ultimo, lo scopriamo alla fine! Se ci sono trasferimenti veloci in macchina ne parliamo lì: “Tu quanto gli hai dato?” “Allora hanno vinto loro!”. Il vincitore è la somma dei nostri tre voti.

Interessante, lo scoprite in diretta con noi spettatori!

Esatto!A volte è un vero colpo di scena perché magari io ho dato un voto alto alla casa e magari mi era piaciuto il cibo invece Roberto ha visto un sacco di difetti tecnici che io non ho notato quindi alle volte rimango davvero sorpreso ma questa è la cosa divertente!

Qual è l’errore più comune che hai riscontrato nelle case dei concorrenti? E qual è quello, in generale, che più non sopporti?

La casa è un tema molto complicato, non è come la tavola dove c’è uno schema e va seguito quello. Le case sono di 1000 tipologie diverse e quindi ci sono mille e più modi di farle. Quello che noto particolarmente è quando la casa è fatta da un professionista da quando è un fai da te, la differenza si vede nettamente e se ne accorgono un po’ tutti. Per quanto riguarda quello che non sopporto, sono stato in circa 300 case, ci vuole una gran pazienza, quindi ormai non mi fa più arrabbiare nulla [ride, ndr].

Ricordi un momento particolarmente imbarazzante accaduto durante la trasmissione? E uno che ti ha molto divertito?

Un momento imbarazzante e che mi ha anche divertito tanto è stato uno in cui dei concorrenti, che avevano appena perso, per fare una gag hanno preso il premio come per rubarlo e il premio è caduto a terra. Il premio si è spezzato in mille pezzi, con un grande colpo di scena. Tutti hanno cominciato a ridere, poi c’era la mia testa decapitata con gli operatori che mi facevano “Lo vedi Diego, se non dici bene le cose, se non ti comporti bene finirai così” e mi hanno fatto tanto ridere.

Al di fuori del piccolo schermo, hai sfruttato le tue competenze in tutti i campi, dalla collaborazione con l’Università di Roma Tre nel campo della ricerca storico-archeologica alla moda con Valentino Haute Couture. Cosa consideri prima di intraprendere un nuovo progetto e cosa consiglieresti a un giovane che vuole intraprendere la carriera di architetto?

Le cose accadono anche per caso e le facciamo accadere. Faccio un esempio: quando io ho cominciato a lavorare per l’Arte, per il centenario del Futurismo, con una grande critica d’arte che è Ester Coen, fu il mio primo lavoro vero dopo l’università. Scrissi questo libro con la Mondadori, Insomma una cosa molto importante, soprattutto per un giovane. Non mandai io il curriculum ma ero talmente appassionato in quel periodo d’arte che frequentavo tutti gli ambienti possibili e immaginabili. Appena c’era una mostra, un vernissage, da un’esposizione di due quadri alla galleria più famosa del mondo che fa un evento, io facevo di tutto per andarci e così mi sono creato un un networking e in questo modo sono riuscito a ottenere il mio primo lavoro veramente importante. Poi ci sono state altre occasioni in cui ho trovato lavoro semplicemente grazie un curriculum però quello che consiglio sempre, anche ai miei amici, è questo: non mi è mai capitato di stare in panciolle, mandare dieci mail con il curriculum e lettera di presentazione e questi ti chiamano. Io mi presentavo di persona negli studi di architettura, come se andassi a vendere una scopa ma in realtà vendevo me stesso e la mia professionalità, con il curriculum cartaceo, chiedevo di parlare con il titolare, ovviamente non mi era mai concesso, lasciavo il curriculum e questa cosa ha funzionato perché avevo un contatto umano diretto. Se ti presenti di persona fa tutto un altro effetto.

C’è qualcosa che ti piacerebbe fare in futuro?

Mi è sempre piaciuto scrivere, oltre che progettare. Ci ho preso gusto a commentare e penso di continuare anche in questa direzione.

Teresa Franco

 

 

Questo articolo è stato modificato: 17 Giugno 2019 12:37

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Teresa F

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