Esce nelle sale cinematografiche oggi, 28 marzo, il remake della storia dell’elefantino più famoso di sempre: Dumbo.
Il film è diretto da Tim Burton, fresco di David alla Carriera ricevuto direttamente da Roberto Benigni e distribuito da Walt Disney. Racconta la storia dell’elefantino preso in giro per le sue grandi orecchie che troverà il modo di riscattarsi e trovare la sua felicità.
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La pellicola è l’adattamento cinematografico della storia scritta da Helen Aberson ed illustrata da Harold Pearl. Si tratta del remake in live action di Dumbo – L’elefante volante, il quarto Classico Disney (dopo Biancaneve e i Sette Nani, Pinocchio, Fantasia). Fu proiettato in anteprima a New York il 23 ottobre 1941. Nonostante l’avvento della seconda guerra mondiale, fu il film Disney di maggior successo economico degli anni Quaranta.
Il remake di Tim Burton intreccia la storia del goffo elefantino ridicolizzato per le sue orecchie con l’ambiente circense e con la storia di un padre e dei suoi fili.
L’ex stella del circo Holt Farrier (Colin Farrell) viene ingaggiato da Max Medici (Danny De Vito), il proprietario di un circo in rovina, con l’incarico di accudire un cucciolo di elefante con una caratteristica speciale: delle orecchie giganti.
Sono i figli di Holt a scoprire che, proprio grazie a quelle smisurate orecchie, Dumbo può volare. Questa sorprendente scoperta attira ben presto le attenzioni dell’impresario V.A. Vandevere (Michael Keaton) e dell’acrobata Colette Marchant (Eva Green), che faranno qualsiasi cosa per trasformare l’elefantino in una stella.
Nel cast Colin Farrell, Michael Keaton, Danny De Vito, Eva Green e Alan Arkin.
La sceneggiatura è stata scritta da Ehren Kruger mentre le musiche sono state composte da Danny Elfman.
In un’intervista rilasciata a Empire, Colin Farrell ha messo in guardia il pubblico, avvertendolo che Dumbo non è un film eccessivamente sdolcinato e buonista. Definisce il regista una sorta di ‘bambino nel corpo di un sessantenne’, capace di svolgere con maestria e professionalità il suo lavoro ma senza perdere la magia che solo gli occhi dei bambini posseggono. Queste le sue parole:
Tim è sospettoso verso le cose che diventano troppo dolci. Quando arriva per darti le sue annotazioni è un sessantenne. Ma quando guarda il monitor, è semplicemente un bambino. È stato bello vedere quel livello di coinvolgimento.
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