“Piano piano sta migliorando, ma chiaramente non sono miglioramenti eclatanti: sono piccole cose che solo una persona dentro questa situazione può capire e apprezzare. Prima papà con la sinistra riusciva a scrivere e a disegnare. Ora non più. Ma ci siamo sempre parlati con gli occhi”.
Ora diciottenne, parla a Chi Ginevra Nuti, figlia dell’attore e regista Francesco Nuti, costretto sulla sedia a rotelle dal 2006, anno in cui, a seguito di un grave incidente domestico, ebbe un trauma cranico che gli causò anche gravi danni a livello cerebrale.
“Quando avvenne la disgrazia mia madre mi preparò. Mi disse che papà aveva battuto la testa e che era un po’ cambiato”, prosegue, esprimendo il desiderio di diventare l’unica tutrice di suo padre, che si trova in una clinica privata di Roma: “Ma quando lo rividi per me era sempre papà. Grazie a mia mamma il nostro rapporto non si è mai interrotto. Sono solo cambiati gli approcci, il modo di comunicare. Sono cresciuta con la mamma, tra Milano e Roma. Ora papà è stato ricoverato in un centro privato qui a Roma e io posso vederlo di più. Fosse venuto prima, tante cose non sarebbero successe e penso anche alla vicenda dei maltrattamenti da parte del badante.
Quest’ultima osservazione, in riferimento al trentottenne Iason Shavgulidze, accusato nel 2016 di maltrattamenti aggravati e lesioni ai danni del cineasta toscano.
Questo articolo è stato modificato: 7 Agosto 2017 10:50
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