“Non sono stata così traumatizzata come tutti pensavano. Ero un’adolescente giovane e sessualmente attiva”.
Secondo Deadline, ha dichiarato questo la oggi cinquantatreenne Samantha Geimer, vittima dello stupro da parte del regista Roman Polanski, nel lontano 1977, quando aveva soltanto tredici anni.
La Geimer ha partecipato il 9 giugno alla prima udienza pubblica, invitando il giudice della corte superiore della contea di Los Angeles Scott Gordon a prendere in considerazione un’azione per chiudere definitivamente la questione.
Il cineasta, quindi, è tornato a Los Angeles per sottoporsi al processo e il suo avvocato, Harlan Braun, ha sostenuto che l’autore di Rosemary’s baby ha già servito abbastanza tempo dietro le sbarre: nel carcere statale maschile di Chino (California), alla fine degli anni Settanta, per un esame diagnostico di pre-condanna, e agli arresti domiciliari in Svizzera nel, 2009, quando le autorità svizzere presero in considerazione una richiesta di estradizione.
In ogni caso, la Geimer ha ribadito durante la testimonianza di aver perdonato Polanski, perché con l’esilio ha sofferto abbastanza, mentre lei e la sua famiglia attendono solo l’opportunità di dimenticare il passato.
Questo articolo è stato modificato: 16 Giugno 2017 15:20
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