“Tutta la città parla di questi due!” recita la locandina.
I due di cui parla sono una giovane cameriera bruttina e sola e un veterano di guerra sfregiato, accolto dalla donna nel cottage dove lei lavora e in cui lui avrebbe dovuto trascorrere la sua luna di miele prima dell’incidente.
I due che possiedono rispettivamente i connotati della Dorothy McGuire e del Robert Young già partner di set in “Claudia” (1943) di Edmund Goulding e che fanno da innamorati protagonisti a “Il villino incantato” (1945), diretto dal John Cromwell autore di “Abramo Lincoln” (1940) e “Il prigioniero di Zenda” (1947) e basato su una commedia scritta nel 1922 da Arthur Wing Pinero, in precedenza oggetto di un adattamento cinematografico ai tempi del muto.
Commedia scritta pensando che fosse un utile conforto a tutti i giovani reduci mutilati e mal ridotti dai campi di battaglia della Prima Guerra Mondiale e il cui romanticissimo intento è quello di dimostrare come l’immenso potere dell’amore sia in grado di trasformare due persone anche fisicamente.
Perché, man mano che un pianista non vedente parla attraverso il linguaggio della musica e interpreta la vicenda nel suo evolversi, i due elementi della coppia di cui sopra, che arrivano a sposarsi più per solitudine che per un vero e proprio sentimento dettato dal cuore, cominciano ad apparire bellissimi l’uno agli occhi dell’altra.
Ed è questo l’affascinante ingrediente vincente (in un certo senso anticipatore del plot alla base del comico “Amore a prima svista”, concepito cinquantasei anni più tardi dai fratelli Bobby e Peter Farrelly) della oltre ora e mezza di visione, la cui surreale atmosfera – complice il villino sulle sponde dell’oceano – contribuisce in maniera fondamentale ad impreziosire un coinvolgente melodramma a tinte soprannaturali comprendente tra gli sceneggiatori Heman J. Mankiewicz, aggiudicatosi il premio Oscar grazie a “Quarto potere” (1941) di Orson Welles.
Una favola consigliata ai sentimentali irriducibili e che, scrigno di immortali valori che sembrano sempre più perdersi nella fredda epoca della società telematica, è Dynit a riscoprire su supporto dvd – in versione colorizzata – all’interno della sua collana dedicata ai classici prodotti dalla mitica RKO.
Francesco Lomuscio
Questo articolo è stato modificato: 16 Luglio 2015 09:11
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