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“Vulcano (Ixcanul)” – Il manifesto

Uscirà nelle sale italiane l’11 giugno 2015, distribuito da Parthénos e Lucky Red, “Vulcano (Ixcanul)”, l’opera prima di Jayro Bustamante salutata come uno dei film-rivelazione dell’ultima Berlinale, dove ha vinto l’Orso d’Argento – Alfred Bauer Prize.

Ambientato in Guatemala, nel cuore di comunità di etnia maya, “Vulcano” racconta un mondo sospeso tra credenze ancestrali ed echi lontani di modernità. Protagonista del film è la giovanissima María, che vive e lavora con la sua famiglia in una piantagione di caffè alle pendici di un vulcano. Nonostante sogni di andare nella “grande città”, la sua condizione non le permette di cambiare il proprio destino: a breve la aspetta un matrimonio combinato con Ignacio, il supervisore della piantagione. L’unica via d’uscita si chiama Pepe, un giovane raccoglitore di caffè che vorrebbe andare negli Stati Uniti: Maria lo seduce per poter fuggire insieme a lui, ma dopo promesse e incontri clandestini Pepe se ne va e la abbandona incinta. Più tardi, il morso di un serpente la costringerà a raggiungere quel “mondo moderno” che ha sognato così tanto, e che le salverà la vita. Ma a che prezzo…

La protagonista del film – spiega il regista – “è un personaggio che lotta per forgiare con le sue mani il proprio destino, malgrado le sia vietato farlo”. Il ritratto privato di questa giovane donna, però, si specchia nella descrizione di un grave problema sociale: “Sfortunatamente – continua Bustamante – le comunità che abitano gli altipiani guatemaltechi hanno subito il violento impatto del traffico di minori nel corso del conflitto armato che ha flagellato il Paese e anche oltre (1960–1996). Il rapimento di bambini in Guatemala non è un segreto: con soli 14 milioni di abitanti, è diventato il principale esportatore di bambini nel mondo. L’ONU riferisce di 400 sequestri di minori ogni anno, portati a termine in condizioni di assoluta impunità. È una problematica molto vasta e oscura che implica la responsabilità di numerosi soggetti, tra cui funzionari pubblici come notai e giudici, oltre a medici, direttori di orfanotrofi e molti altri. il mio interesse si è focalizzato sulle madri, vittime di questa aberrazione”.

In alto, il manifesto.

Questo articolo è stato modificato: 9 Giugno 2015 09:02

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Pubblicato da
Francesco

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