E, dopo quasi un quarto d’ora di visione, è la voce narrante del nostro Alessandro Preziosi ad accompagnare l’avventura appena iniziata dalla piccola ominide, costretta a proteggersi dalla ferocia implacabile di una natura piena di forza.
Accade in “Amazzonia”, documentario che, diretto nel 2013 da Thierry Ragobert e distribuito nelle sale cinematografiche italiane nel marzo dell’anno successivo, approda su supporto blu-ray sotto il marchio DNC Entertainment.
Con un set che misura oltre seicentomila kilometri quadrati, il primo film girato interamente in 3D all’interno della immensa boscaglia in questione, che, frutto del lavoro svolto da una vasta troupe franco-brasiliana di veterani della documentaristica wildlife, offre allo spettatore un’esplorazione attraverso paesaggi mozzafiato.
Un’esplorazione vissuta, appunto, tramite gli occhi della scimmietta di cui sopra (che scopriamo chiamarsi Saï), impegnata a fare i conti con la sua improvvisa libertà in mezzo alla lussureggiante e fittissima vegetazione; man mano che cerca il modo per aprirsi un varco nel territorio apparentemente inaccessibile che ora la circonda e che impara a proteggersi dalle numerose trappole della natura che sembra assediarla.
Perché, al di là di un tucano, un pappagallo scarlatto, un bradipo e un armadillo, sono anche coccodrilli, temibili ragni, giaguari, aquile e grossi serpenti quelli che incontra sul suo percorso, alla ricerca di alimentazione e di un riparo.
Senza contare delfini rosa, un armadrillo, un avvoltoio reale ed un cormorano gigante ad arricchire la fauna immortalata dalla camera, destinata a seguire la simpatica protagonista anche quando si trova ad avere a che fare con piante velenose e con il Rio delle Amazzoni in piena.
Fino a quando scopre la sua unica possibilità di sopravvivenza… al servizio di circa ottantatré minuti il cui disco, corredato di booklet all’interno della confezione, offre inoltre una sezione extra costituita da trailer, fotogallery, making of e dietro le quinte del doppiaggio, con interventi del direttore Jessica Loddo e del già citato Preziosi, il quale definisce l’operazione un viaggio di scoperta sensoriale, a tratti quasi commovente.
Come dargli torto?
Francesco Lomuscio
Questo articolo è stato modificato: 20 Maggio 2014 04:41
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