Il successivo ‘L’anno scorso a Marienbad’, scritto da Alain Robbe-Grillet, è un complesso esperimento di decostruzione narrativa con evidenti rimandi al contemporaneo Nouveau Roman, di cui Robbe-Grillet è l’esponente principale. Nel 1968, dopo alcuni episodi dei film collettivi ‘Cinétracts e Loin du Vietnam’ (sorta di cine-volantini dal forte impegno politico, dedicati rispettivamente alla situazione politica francese e alla guerra in Vietnam), Resnais gira ‘Je t’aime, je t’aime’, che si rivela un flop commerciale. A causa dell’insuccesso del film, Resnais non riceve più offerte di lavoro e decide di partire per New York, dove rimarrà dal 1969 (anno del matrimonio con Florence Malraux) al 1971. Riprende le fila della sua carriera nel 1974 con ‘Stavisky, il grande truffatore’, una rievocazione degli scandali finanziari e politici della Terza repubblica attraverso la biografia del faccendiere Alexandre Stavisky. Nel 1977 ritrova il gusto per la sperimentazione formale con ‘Providence’, criptica ed affascinante riflessione sui rapporti tra autore e universo letterario. ‘La vita è un romanzo’ (1982) segna un punto di svolta nel cinema di Resnais: il regista si concentra sulla messa in scena di complessi congegni narrativi in cui si intrecciano diversi piani temporali e differenti generi cinematografici (commedia, storico,musical, fantasy), ma soprattutto crea un gruppo di attori che ritornerà nei film successivi: Sabine Azéma (sua nuova compagna dopo il divorzio da Florence Malraux), Pierre Arditi, André Dussolier e Fanny Ardant. Il decennio si chiude con ‘Voglio tornare a casa!’, un omaggio al fumettista Jules Feiffer che ironizza sui rapporti tra Francia e Stati Uniti. L’incontro con il commediografo inglese Alan Ayckbourn spinge quasi al parossismo il gusto del regista per l’affabulazione: nella coppia ‘Smoking/No Smoking’ l’azione si biforca a snodi prefissati in una serie di realtà alternative, con gli attori Sabine Azéma e Pierre Arditi impegnati a ricoprire i ruoli di tutti i personaggi in scena. In un continuo gioco di rapporti con le altre arti, Resnais sviluppa l’aspetto ludico del suo cinema e la sua riflessione sui rapporti tra realtà e finzione utilizzando il musical in ‘Parole, parole, parole’… (dove i dialoghi sono sostituiti da celebri canzoni francesi), l’operetta in ‘Pas sur la bouche’ (da un libretto di André Barde ed inedito in Italia) e nuovamente il teatro di Ayckbourne in ‘Cuori’ (2006), sconsolata commedia sulla solitudine premiata alla Mostra di Venezia con un Leone d’argento alla regia. ‘Gli amori folli’, adattamento del romanzo L’incident di Christian Gailly, è stato presentato durante il Festival di Cannes 2009, dove Resnais ha ricevuto un premio speciale alla carriera.
Fonte: Leggo.it
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