Secondo la fonte, il più che autorevole “New York Times” (nell’articolo di Edward Wong, 22 novembre), di tali disposizioni la produzione del film, la Xstream Pictures, non sarebbe stata avvisata direttamente; resta il fatto che il regista ha annullato all’ultimo momento un viaggio a Taiwan, già programmato, per “motivi personali”, rilasciando una dichiarazione attraverso gli uffici della casa di produzione. Da questo breve comunicato si legge: “La Xstream Pictures né il regista Jia Zhangke hanno ricevuto alcuna notificazione sul fatto che il film sia stato vietato in Cina. La Xstream Pictures – vi si legge inoltre – sta ancora lavorando per la miglior distribuzione del film in Cina. Abbiamo sentito che alcuni media cinesi hanno ricevuto la proibizione di parlare del film, ma la Xstream Pictures non ha mai ricevuto tale notifica.” Resta il fatto che dell’uscita del film, che doveva essere proiettato in sala dal 9 novembre, non si hanno ancora notizie.
Poco tempo fa Jia Zhangke aveva avuto modo di parlare dei meccanismi della censura: “Dopo il 2004 – aveva dichiarato – si è innescata una discussione nel processo di censura. In passato, nessuno veniva a parlare con noi. Dicevano ‘sì’ o ‘no’. Se la Cina sta facendo dei progressi – aveva aggiunto – allora lo dobbiamo riconoscere. Il procedimento di censura è divenuto lentamente più rilassato”.
Questo articolo è stato modificato: 25 Novembre 2013 03:34
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