Osserviamo il conflitto che ha insanguinato il Medioriente “da dietro le quinte”, con la guida eccezionale di chi tenne in mano il bandolo della matassa più intricata del mondo.
Rifiutando lo schermo del segreto di Stato, i sei protagonisti ci regalano un racconto diretto, brutale, a tratti terrificante nella sua cieca logica della “ragione superiore”. Le interviste, alternate a materiali d’archivio (rari) preziosi e sconvolgenti, formano una controstoria in cui l’autorevolezza dei protagonisti non lascia illusioni: anche i crimini e il sangue sono parte di un disegno che prosegue con ostinata coerenza dal 1948. Un film che ha fatto discutere (non solo in Israele) l’America e che ha aperto anche in Israele una nuova riflessione sulla ferita sanguinante dei “territori occupati”. In sintesi, è la trama di “The gatekeepers – I guardiani d’Israele” di Dror Moreh, presentato in anteprima italiana al Biografilm Festival 2013 e che sarà nelle sale cinematografiche nostrane a partire dal 14 novembre, distribuito da I wonder pictures.
Francesco Lomuscio
Questo articolo è stato modificato: 29 Ottobre 2013 08:41
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