Per il primo numero, la scelta, maturata anche in virtù di una recente retrospettiva che il nostro magazine ha promosso e realizzato presso il Laboratio Fusolab di Roma, è caduta sul cinema di Pablo Larraìn, giovane e significativo autore cileno, i cui film (Fuga, Tony Manero, Post Mortem) costituiscono una preziosa rappresentazione del profondo disagio prodotto dalla dittatura di Pinochet. L’inattualità delle questioni trattate da Larraìn è, evidentemente, solo apparente: il suo cinema ci segnala come forme di oppressione, omologhe a quelle da lui descritte, siano operative, seppur in forme edulcorate, anche nei paesi “democratici”.
Questo articolo è stato modificato: 11 Febbraio 2016 18:01
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