Il regista più introverso dell’ultimo periodo è sicuramente Sylvain Chomet. Nasce a Maison Lafitte vicino a Parigi nel 1963 e inizia da giovanissimo, a 18 anni, con il suo primo fumetto ‘Secrets of the Dragonfly’.
Deve aspettare il 1993 per volare in Canada e per realizzare il cortometraggio ‘La vieille dame et les pigeons’ che è una favola metaforica sulla vita dei piccioni. Un piccolo capolavoro.
Nel 2003 realizza invece il suo primo lungometraggio ‘Appuntamento a Belleville’ che riceve il Premio Cèsar e due nomination agli oscar. Un film di grande qualità e dalle ottime prospettive.
Solo nel 2010 arriva l’attesissimo ‘L’illusionista’, da una vecchia idea di Jacques Tati. Il regista realizza un’opera dal grande respiro artistico e che mostra tutto il suo amore per il cinema in quanto tale.
Un maestro da cui ci aspettiamo tanto e che adoriamo per quello che ci fa vedere.
Matteo Fantozzi
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