L’intelligenza artificiale esplode anche al cinema, oggi vediamo quei lavori che tra pochi anni non esisteranno proprio per l’evoluzione della tecnologia.
Diventa interessante andare ad approfondire un settore che per questo motivo ha già protestato. A lungo in America sono stati rinviati film proprio per lo sciopero dei sceneggiatori di fronte a una situazione che non possiamo considerare accettabile. Nel dettaglio però sono tanti altri i lavori che rischiano di essere messi in crisi proprio da questo tipo di lavoro.
Vogliamo andare ad approfondire il discorso più da vicino facendo degli esempi e riuscendo a fornire alcune interpretazioni che si potrebbero verificare nei prossimi mesi.
Ribadiamo anche che si tratta solo di ipotesi che al momento non possono essere verificate da prova certa e che l’intelletto umano non sarà mai rimpiazzato dalle macchine.
Partiamo dal principio, l‘intelligenza artificiale sta mettendo a rischio nel cinema diverse professioni a iniziare dal mondo di chi crea i soggetti. Ancor prima della sceneggiatura infatti c’è chi abbozza il tipo di lavoro attraverso un soggetto o soggettone, anche se spesso questo è legato a romanzi o altre opere. Attenzione, gli spunti potrebbero arrivare dalla tecnologia.
E poi ovviamente parliamo anche degli sceneggiatori, quelli a maggior rischio. Non demonizziamo l’IA che può essere utile per sciogliere dei nodi, per fare dei controlli, ma è inevitabile che anche se utilizzata bene può portare alla soppressione di parte dei professionisti con i produttori che sono già pronti a risparmiare delle cifre cospique.
L’IA potrebbe anche di fatto andare a mettere in crisi settori più tecnici come quello del fonico o del direttore della fotografia che sono ad alta specializzazione ma che qualche furbetto potrebbe affidare a una figura singola, meno professionale e dunque più economica, che gestisca tutto grazie all’intelligenza artificiale.
Quello che ci teniamo a dire è che il mondo dell’arte rischia di essere seriamente disumanizzato, con degli strumenti che rischiano di essere oltre che controproducenti anche molto pericolosi. L’unica soluzione che rimane è quella della protesta anche se ci pare inevitabile che perderemo qualcosa e ci troveremo a vivere delle novità ulteriori.
La speranza è che rimangano protagonisti quei resistenti che continuano a capire e specificare che il mondo del cinema è un qualcosa di differente e che non ci si può basare solo sulle macchine per creare quello che l’intelletto umano può fare nel migliore dei modi e senza problemi nella sua gestione.
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